Amazon si è espressa in favore della legalizzazione della marijuana negli Stati Uniti. Attraverso il suo blog ufficiale, il sito di e-commerce più famoso al mondo, capeggiato da uno dei grandi Paperon de Paperoni, Jeff Bezos, ha fatto sapere senza troppi giri di parole che “sosterrà attivamente” la causa della legalizzazione della marijuana a livello federale negli Usa, aggiungendo: “Ci auguriamo che i legislatori agiscano e approvino la legge”.



Proprio per confermare il pieno appoggio alla legalizzazione della sostanza, Amazon ha annunciato un cambio di posizione netto nel proprio lavoro, una sorta di mezza rivoluzione: nel programma di controlli precedenti l’assunzione di un dipendente, non ci sarà più quello riguardante la marijuana. Il portale di acquisti online ha ricordato che “Per molti anni abbiamo squalificato” dei potenziali lavoratori risultati positivi alla marijuana con delle leggi statali vigenti, aggiungendo che “abbiamo cambiato corso. Non includeremo più la marijuana nel programma di controlli per le posizioni non regolate dal Dipartimento dei Trasporti”.



AMAZON A FAVORE MARIJUANA: DICE SI’ AL MORE ACT

L’annuncio è giunto nella giornata di ieri, a sostegno di una proposta di legge per legalizzare appunto la cannabis a livello federale, il cosiddetto MORE Act, acronimo di Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act of 2021 (MORE Act). Mentre in numerosi stati d’oltre oceano l’uso della cannabis è stato legalizzato da anni, i datori di lavoro hanno assunto un atteggiamento sempre di “rifiuto” della stessa, in quanto la marijuana è considerata ancora come droga a livello federale. “Dato che le leggi statali si stanno muovendo negli Stati Uniti – le parole di Dave Clark, capo dei consumatori di Amazon – abbiamo cambiato rotta”.



Il portale di e-commerce ha fatto inoltre sapere di essere alle prese con la modifica dello strumento di monitoraggio della produttiva dei lavoratori, il cosiddetto “Time off Task”: “A partire da oggi – ha spiegato ancora Clark – stiamo calcolando la media dei tempi di inattività su un periodo più lungo per garantire che ci sia più segnale e meno rumore, rafforzando l’intento originale del programma”.