Inutile prenderci in giro, una volta provato Amazon Prime come servizio difficilmente si torna indietro anche perché i costi sono davvero alla portata di tutti: quanto però sta emergendo in una maxi inchiesta della procura generale di Washington D.C. contro la multinazionale fondata da Jeff Bezos potrebbe “minare” quell’aurea di positività che circonda il rivoluzionario metodo delle consegne in tutto il mondo che risponde al nome di Amazon.



L’azienda infatti offre la spedizione gratuita e prezzi stracciati per tutti i clienti Prime, ma quanto scoperto dal procuratore Usa Karl Racine potrebbe sconvolgere il mercato internazionale, già messo in “crisi” dalle azioni fiscali mosse contro le Big Tech (Apple, Google, Facebook e per l’appunto Amazon). Quello che appare gratuito in realtà sarebbe pagato comunque dai membri della comunità Amazon Prime dato che l’azienda di Bezos spingerebbe, tramite il proprio potere contrattuale, i venditori ad alzare i prezzi. E dunque, di conseguenza, si alzerebbero anche agli stessi consumatori ultimi.



LA MAXI INCHIESTA SU AMAZON PRIME

Stando all’accusa mossa dal procuratore generale della capitale americana – ripreso oggi dal maxi-approndimento del quotidiano “Domani” – Amazon costringerebbe i marchi-venditori a incorporare il costo di Prime nel loro prezzo al consumo: è così che, se fosse confermato l’impianto dell’accusa alla Big Tech, s riuscirebbe a “sfruttare” la spedizione gratuita quando in realtà il coso è incorporato nel prezzo al consumatore. Come racconta “Il Domani”, quando noi semplici clienti compriamo con spedizione gratuita in realtà «venditori e marchi tendono ad aumentare i loro prezzi su tutta la linea in modo che gli utenti di Amazon non possano trovare offerte migliori da nessun’altra parte». Ovviamente Bezos e soci dovranno replicare con la loro versione ma nell’attesa le accuse lanciata da Recine rischiano di avere un vero proprio boomerang di immagine per l’azienda più famosa e redditizia al mondo assieme a Google: il caso sollevato da Racine, conclude l’inchiesta giornalista del “Domani”, «rivela che Prime è solo un enorme espediente per le relazioni pubbliche, una gigantesca bugia di Amazon per mascherare i prezzi elevati che impone a tutta l’economia. Se le persone lo capiscono sarà un colpo devastante alla credibilità di Amazon».

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