L’ambasciata di Mosca in Italia, mediante un lungo post che campeggia su Facebook, effettua il proprio “J’accuse” nei confronti del nostro Paese, accusandolo di “violazioni dei diritti dei cittadini russi” che vivono nello Stivale e di “un’aperta campagna anti-russa da parte dei media italiani”, con annessa “crescita di sentimenti russofobi nella società italiana”. Nello scritto si legge che le missioni diplomatiche russe in Italia ricevono regolarmente segnalazioni dai loro connazionali sulle minacce rivolte loro. Un esempio? “L’incidente che ha coinvolto una studentessa russa di 19 anni dell’università di Bologna che si è recata dal medico per ottenere un certificato di disabilità uditiva ha suscitato il maggior clamore nell’opinione pubblica russa. L’operatore sanitario non solo ha rinviato la ragazza per un esame approfondito, ma si è anche rifiutato di togliersi la mascherina medica per dare alla paziente la possibilità di leggere le labbra. Poi ha cacciato la ragazza dall’ufficio, sostenendo che ‘non gli piaceva’ il presidente della Russia”.



Vengono poi elencati altri numerosi, presunti casi di russofobia italiana nel post dell’ambasciata di Mosca; intanto, i dipendenti della missione permanente russa presso la Fao e di altre organizzazioni internazionali a Roma avrebbero dovuto affrontare il rifiuto dell’operatore mobile Vodafone di collegare un nuovo numero a un contratto di servizio già esistente o di stipulare un nuovo contratto di servizio individuale, per via del fatto che “la carta d’identità diplomatica rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri italiano non è un permesso di soggiorno e non conferma la presenza di una registrazione permanente nel Paese”. Si denuncia anche che i cittadini originari del Paese sovietico sono “preoccupati per il limitato accesso ai media russi in Italia e, di conseguenza, per la mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell’operazione militare speciale, che è particolarmente significativa nel contesto della pressione propagandistica dell’Occidente, e per l’aperta campagna anti-russa dei media italiani. La trasmissione di informazioni sugli eventi che si svolgono nel mondo viene effettuata esclusivamente sulla base di fonti occidentali o ucraine. Questo approccio parziale ha un’influenza chiave sull’atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall’ex Unione Sovietica”.



AMBASCIATA DI MOSCA VS ITALIA, LA REPLICA DI DI MAIO: “I NOSTRI MEDIA NON POSSONO PRENDERE LEZIONI DI GIORNALISMO DALLA RUSSIA”

Le esternazioni dell’ambasciata di Mosca hanno suscitato la reazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale ha tuonato: “In Italia nessuno sta portando avanti una campagna anti-russa, i media hanno solo raccontato le crudeltà commesse dall’esercito russo. Basta con questa mistificazione della realtà e con le provocazioni. L’Italia rispetta il popolo russo, che nulla c’entra con le folli scelte di Putin, e continuerà sempre a rispettarlo. Putin si sieda al tavolo delle trattative e metta la parola fine a questa guerra”.



Il responsabile della Farnesina ha tenuto poi a precisare, sempre in replica all’ambasciata di Mosca, che i media italiani “svolgono il proprio lavoro in maniera egregia, e dall’inizio di questa atroce e sanguinosa guerra che Putin sta portando avanti in Ucraina, hanno raccontato i fatti in modo professionale, con inviati sul campo che hanno rischiato la vita per documentare i tragici fatti. Tutto questo, mentre in Russia è vietato parlare di guerra, mentre vengono censurate le immagini terrificanti di civili ucraini uccisi dalle bombe russe, mentre manifestanti russi vengono arrestati perché si oppongono alla guerra. Con la Russia bisogna tenere un canale aperto di dialogo, perché solo la Russia può portarci alla pace, ed è quello che stiamo facendo. Al tempo stesso, però, i nostri mezzi d’informazione non possono prendere lezioni di giornalismo dalla Russia, né tantomeno ricevere minacce”.