L’ambasciata russa in Italia è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Unità di antiriciclaggio italiana. L’anno scorso si è attivata a causa di alcuni movimenti sui tre conti dell’ufficio diplomatico romano della Russia. Uno dei conti opera in valuta, gli altri due in euro. Tutti insieme, in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina, fecero scattare l’allarme della struttura che opera nella Banca d’Italia, secondo quanto emerso dai documenti dell’Uif. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, le segnalazioni iniziarono nel primo semestre del 2022, nel secondo addirittura si infittirono. Nel report del 5 gennaio 2023, l’Uif ha spiegato in dettaglio le ultime operazioni considerate sospette.



Tra il 17 e 20 ottobre 2022 furono versati sul conto in valuta 400mila dollari americani, che derivavano da «giacenze» per «attività regolari e giornaliere» dell’ambasciata guidata da Sergej Razov. Quattro giorni dopo, da quel conto vennero trasferito su uno degli altri due conti 403mila euro. Poi nel giro di un mese furono eseguiti cinque prelievi di contante per 410mila euro. Da qui la nota dell’Uif: «Alla luce delle misure restrittive disposte dell’Ue nei confronti di enti russi o comunque riconducibili alla Federazione russa, a seguito della crisi in Ucraina appare sospetta la movimentazione in contanti per importi elevati».



“QUELLA SOVVENZIONE DA 600MILA EURO…”

Il mese dopo all’Unità antiriciclaggio venne segnalata un’altra operazione particolare. Il 12 dicembre una società di security avrebbe consegnato presso l’ambasciata russa di Roma una sovvenzione di 600mila euro composta da seimila banconote di 100 euro. Una provvista anomala per il valore totale richiesto, «se analizzata nel contesto della guerra in corso tra Russia e Ucraina». Quindi, solo nell’ultimo trimestre del 2022 l’ufficio diplomatico russo in Italia ha mosso un milione di euro in contanti. A cosa è servita tutta questa liquidità? Non è noto, così come non si conoscono gli eventuali destinatari. Ma l’uso di tutti questi soldi per «attività regolari e giornaliere» è ritenuto eccessivo.



Come evidenziato dal Corriere della Sera, le sanzioni hanno ridotto le modalità di trasferimento per le istituzioni russe ed è probabile che il blocco impedisca altri tipi di movimenti. Ma la cifra è appunto considerevole, quindi l’Uif ha trasmesso le segnalazioni agli organismi competenti. Nello stesso periodo, l’Uif siglava un nuovo protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia «per affinare i meccanismi di condivisione dei dati sulle operazioni sospette» e «ottimizzare l’uso delle informazioni provenienti dalle Financial Intelligence Unit estere». Ma potrebbe essere una coincidenza.