Amber Heard è la protagonista dell’ultimo numero di Grazia, settimanale diretto da Silvia Grilli. La bella attrice americana 33enne, campeggia in prima pagina con un titolo eloquente: “Sono una guerriera”. Proprio così perché l’ex moglie di Johnny Depp, con cui è in corso una accesa battaglia legale, e una conseguente tempesta mediatica, vuole sfidare a viso aperto gli uomini, battendosi per i diritti in favore del sesso debole, che poi tanto debole non è. Dalle parole rilasciate durante l’intervista con i colleghi di Grazia, si evince la ferma volontà della Heard di lottare contro la violenza sulle donne, la disparità di genere e gli squilibri della società. Heard, che è anche un’attivista per i diritti gay, è stata una delle prime persone famose a dichiararsi di orientamento bisex, dopo aver svelato il suo rapporto con la fotografa Tasya Van Reee
AMBER HEAR: “SONO UNA GUERRIERA, LOTTO PER LE DONNE”
«Era la cosa giusta da fare – le parole dell’attrice a riguardo – ho uno spirito fieramente indipendente, non ho mai voluto perdere la libertà per cui ho lottato tanto. Il cambiamento in atto nella società ha profonde implicazioni culturali – ha proseguito la ragazza texana – e avrà un grande effetto sulle prossime generazioni. Io non mi accontento di come vanno le cose e mi batto perché cambino. Sono sempre stata convinta che il sistema vada analizzato, poi sfidato. Con ogni mezzo, in qualunque occasione». Una rivoluzione che deve essere messa in atto anche nel cinema: «C’è bisogno di smantellare i tanti stereotipi afferma con cui vengono ancora descritti i personaggi femminili. Dobbiamo rompere il sistema e diventare parte attiva della trasformazione. Dobbiamo pretendere non solo più personaggi di rilievo ma anche una maggiore qualità delle storie che, grazie a noi, vengono portate sullo schermo». E a breve la Heard potrebbe passare da davanti, a dietro le cineprese, nell’inedito ruolo di regista: «Conto di passare dietro la cinepresa – conferma – dirigere un film significa per me rompere le barriere che gli altri vorrebbero impormi di non superare».