Nonostante i primi mesi dell’anno siano stati tra i più ricchi in termini di precipitazioni – talvolta con eventi estremi come quello che ha appena colpito la Lombardia – il pericolo di fenomeni siccitosi prolungati e di mancanza d’acqua si fa più concreto con l’inizio dell’estate e con una tendenza quasi inarrestabile di aumento delle temperature. Per questo la risorsa idrica è protagonista di importanti appuntamenti internazionali, dal World Water Forum che si svolge a Bali (Indonesia) dal 18 al 25 maggio, fino alla Green Week Eu, che quest’anno dedica la sua conferenza plenaria alle opportunità di costruire un’Europa più resiliente all’acqua.
In questo scenario diventa fondamentale studiare e acquisire conoscenze scientifiche in grado di proteggere il nostro patrimonio d’acqua. Tra i tanti progetti messi in campo, ne sottolineiamo uno dedicato ai grandi corsi d’acqua lombardi.
A partire dal 2023, Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA), in sinergia con la Direzione generale Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia è impegnata nella realizzazione di un progetto sperimentale volto a individuare e monitorare tratti di corpi idrici planiziali “sentinella”, cioè che possono risultare più impattati dalla carenza di acqua e dall’incremento delle temperature a fronte del verificarsi di fenomeni siccitosi e dei cambiamenti climatici in atto.
Il progetto sperimentale fa riferimento ad una frazione significativa dei principali fiumi lombardi che direttamente o indirettamente affluiscono nel Po, nelle loro porzioni planiziali, ovvero il Fiume Ticino, l’Adda, il Brembo, il Serio, l’Oglio e il Cherio.
La scelta dei rispettivi tratti da sottoporre a monitoraggio è avvenuta sulla base dei seguenti criteri:
1. Criterio morfologico. La selezione è stata effettuata mediante ricorso ad analisi GIS della morfologia fluviale di immagini telerilevate. Sono stati scelti principalmente i sotto-tratti con tipologia più naturali quali ad esempio quelli a canali intrecciati.
2. Dinamiche termiche. Sono stati scelti tratti nei quali la potenziale variazione delle dinamiche termiche in condizioni di carenza idrica potrebbe, soprattutto nel periodo tardo primaverile ed estivo, determinare modifiche nelle comunità biologiche. In particolare, quei tratti in cui si potrebbero creare condizioni di stress per le specie adatte a vivere in acque “fredde” (specie frigostenoterme e oligostenoterme).
3. Soggiacenza, ovvero la profondità relativa della falda rispetto al piano campagna. Ciò ha permesso di distinguere:
– tratti teoricamente più vulnerabili, in cui le falde si trovano alcuni metri al di sotto del piano campagna e a livello dei quali il deflusso superficiale potrebbe ridursi anche considerevolmente;
– tratti maggiormente resilienti in cui la falda è prossima al piano campagna e contribuisce ad alimentare il corso d’acqua, soprattutto nei periodi di magra.
4. Rete Natura 2000. L’inclusione totale o parziale dei tratti in siti Natura 2000 in particolare in Zone Speciali di Conservazione.
5. Habitat. La presenza di habitat elencati nell’Allegato I della Direttiva “Habitat” determinati dalla disponibilità di acque correnti.
6. Specie. La presenza di specie di odonati, anfibi e pesci sensibili e/o inserite negli Allegati II e IV della Direttiva “Habitat” e/o inclusa nelle categorie del rischio di estinzione IUCN Italia.
7. Deroghe. L’eventuale insistere nel corso del 2022 di deroghe concesse ai Consorzi di Bonifica.
L’utilizzo di questi criteri ha permesso di individuare 12 tratti in cui, a partire dalla tarda primavera del 2023, sono stati avviati specifici monitoraggi.
Monitoraggio delle temperature – Il rilevamento delle dinamiche termiche avviene mediante impiego di Data Logger in grado di misurare automaticamente e in continuo la temperatura dell’acqua ed archiviare fino a 96mila dati. La rete di rilevamento si articola in 54 Data Logger installati in siti facilmente riconoscibili ed accessibili per gli operatori che provvedono allo scarico dei dati, e tenendo conto dei potenziali rischi di emersione o di perdita per eventi imprevisti (piene, smottamenti delle rive, ecc.)
Monitoraggio delle variazioni dell’alveo bagnato – Per l’analisi delle variazioni dell’alveo bagnato vengo effettuati sorvoli mediante UAS (Unmanned Aricraft Systems). Tali dispositivi consentono di effettuare rilievi fotografici e video, ad alta risoluzione, di ampie superfici di territorio in un lasso di tempo di poche ore. L’acquisizione di centinaia di foto geo-referenziate consente di produrre immagini (.tiff) denominate ortomosaici importabili in ambiente GIS e, conseguentemente, di calcolare con estrema accuratezza eventuali variazioni delle superfici bagnate.
Monitoraggio di siti idonei alla presenza di specie sensibili – Sempre in corrispondenza dell’esecuzione dei voli, si procede anche al monitoraggio dei siti di presenza certa o potenziale di specie di Odonatofauna e Batracofauna di interesse conservazionistico e ove opportuno, alla verifica della presenza di ittiofauna sensibile tramite impiego di elettrostorditore.
I dati raccolti tramite lo sviluppo di questo protocollo sperimentale consentiranno di mettere in luce eventuali situazioni di criticità in tempi relativamente brevi e conseguentemente di operare scelte gestionali in grado di contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi fluviali.
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