Affrontare la grande sfida del climate change richiede che ci siano sinergia e partecipazione collaborativa da parte di tutti: dalle singole persone alle aziende, che con i loro comportamenti sono tra i maggiori responsabili delle esternalità negative di questo problema; alle organizzazioni non profit, che con le proprie azioni cercano di porre l’attenzione sul problema, proponendo anche prassi e iniziative che possano contribuire a trovare delle soluzioni; ma anche da parte dei governanti, i quali hanno l’obbligo, anche in vista dell’impegno a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu, di prendere iniziative volte a rimuovere i comportamenti dannosi per l’ambiente messi in atto da persone e aziende.



Un ruolo fondamentale verso una transizione all’economia sostenibile lo rivestono le Società Benefit che consapevolmente e intenzionalmente prevedono nel proprio Statuto di perseguire, oltre allo scopo di lucro, anche una o più finalità di beneficio comune per la collettività e l’ambiente, come ad esempio impegnarsi nel ridurre o compensare le emissioni di CO2 .



Uno dei maggiori problemi da risolvere al più presto, a causa delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo e dalle aziende, è quello del riscaldamento del pianeta, responsabile dell’effetto serra che già da decenni è portato all’attenzione dell’opinione pubblica.

Una possibile soluzione è quella della riduzione di tali emissioni mediante l’assorbimento da parte delle piante. Pertanto le azioni da mettere in pratica sono quelle dirette sia a bloccare le deforestazioni, favorendo nuovi rimboschimenti, sia la tutela e la conservazione di quelli già esistenti nell’ecosistema.

Oltre alla riduzione delle emissioni, lo storico Protocollo di Kyoto individua l’assorbimento forestale di gas serra quale strategia utile per il contrasto al cambiamento climatico.



Non sono di facile soluzione l’azzeramento delle emissioni di CO2 o la loro riduzione, soprattutto per le aziende che producono beni e servizi che impattano negativamente con la propria attività sull’ambiente. Le persone e le aziende che volontariamente decidono di dare un contributo per ridurre queste esternalità negative possono comunque intraprendere sia azioni graduali per la riduzione delle emissioni sia azioni di compensazione, ad esempio mediante l’acquisto di crediti di carbonio da aziende virtuose che generano progetti a impatto positivo per ridurre o neutralizzare l’impatto generato dalle proprie attività.

Non solo le singole persone, ma anche le aziende possono implementare una strategia aziendale per consentire una transizione graduale verso un’economia “low carbon”.

Uno degli strumenti per raggiungere questi risultati è il mercato volontario dei crediti di carbonio per compensare volontariamente quelle emissioni che non è possibile ridurre. Ogni credito ottenuto attesta l’avvenuta riduzione (o rimozione) dall’atmosfera di una tonnellata di CO2 equivalente. Acquistare tali “crediti verdi” significa finanziare e supportare dei progetti a impatto positivo che concorrono al raggiungimento degli obiettivi internazionali di sviluppo sostenibile e che contribuiscano attivamente al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, garantendo benefici sociali, economici e ambientali su scala globale.

Oggi le aziende sono chiamate ad adattare il proprio modello di business rispetto alle nuove sfide legate al riscaldamento climatico, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile in Agenda 2030 e con gli obiettivi di decarbonizzazione dei propri prodotti, servizi e attività. In quest’ottica si collocano le finalità di beneficio comune delle società benefit, disciplinate in Italia dalla normativa introdotta con la legge di Stabilità 2016.

Statutariamente le società che assumono la qualifica giuridica di società benefit possono consapevolmente e intenzionalmente prevedere di perseguire, oltre allo scopo di lucro, anche una o più finalità di beneficio comune per la collettività e l’ambiente, come ad esempio impegnarsi nel ridurre o compensare le emissioni di CO2 mediante “i crediti verdi”. In questa logica, i crediti di carbonio soddisfano anche requisiti di solidità della rendicontazione aziendale delle proprie azioni di sostenibilità e tutela ambientale.

Da un lato, essere Società Benefit con una strategia “low carbon” e, dall’altro, investire in crediti di carbonio rappresentano un’opportunità di differenziazione sul mercato, per migliorare la competitività del proprio business e il posizionamento aziendale sul mercato, garantendo nel contempo benefici sociali, economici e ambientali su larga scala.