Ambra Angiolini, 42 anni, due figli dal cantante Francesco Renga (Jolanda, 16 anni, Leonardo, 13), da gennaio è in tour per l’Italia con Il nodo (testo di Johnna Adams, regia di Serena Sinigaglia), spettacolo teatrale che parla di bullismo, ma da una prospettiva inedita: attraverso il confronto tra la madre di Gidion (Ambra) e l’insegnante di Gidion (Ludovica Modugno). Gidion, 12 anni, si è suicidato. Pochi giorni prima dell’accaduto era tornato a casa pieno di lividi. “Vittima di bullismo o forse lui stesso molestatore” è il dubbio. “Con questo spettacolo voglio andare nelle scuole”, confida l’attrice intervistata tra le pagine di Grazia. “Mai temuto che i miei figli fossero vittime di bullismo, o bulli loro stessi? Fin da piccoli sono stati abituati a far venire gli amici a casa. Pranzo, cena. A volte nel weekend a dormire, dieci bambini nei sacchi a pelo. E dunque io conosco bene gli amici dei miei figli, e anche i miei figli. Ho guardato tutti loro senza essere vista”. Ma non è una mamma amica: “Mai. La maternità è guardare i figli di spalle, vedere tutto quello che succede e capire che è qualcosa che non puoi controllare”.



Ambra Angiolini: “Mia figlia Jolanda? E’ fantastica, risolta e attenta”

Chi, dunque, il vero colpevole di una società vittima del bullismo? “La semplificazione. I bulli e le vittime ben distinti. Questo spettacolo allarga l’orizzonte, mostra che dietro i bulli c’è un mondo, così come dietro le vittime. Fondamentale il momento in cui non è chiaro se Gidion sia stato vittima di bullismo o bullo”. Poi il nuovo messaggio d’amore per Jolanda, la figlia maggiore: “Posso dire, però, che se potessi rinascere chiederei a me stessa di partorirmi al posto di Jolanda. È fantastica, per alcune cose simile a me, ma risolta. Da subito l’ho avvisata: “Puoi fidarti di me, ma fino a un certo punto”. Detto con allegria. Lei è molto meglio, più attenta”. Successivamente l’attrice parla di gravidanza: “Non mi sentivo obbligata a essere perfetta. Non sentivo il dovere di rientrare in una definizione. Il concetto di dolce attesa è un inganno, non è dolce per niente: io vomitavo, non riuscivo a guardare l’acqua. Mille disturbi. Ho conservato una cartellina con tutti i referti. Andavo continuamente al pronto soccorso a chiedere. Per qualsiasi dubbio. Prima e dopo la nascita di Jolanda, con Leonardo meno, ero già rodata. A volte incontravo persone gentili, altre più nervose, stremate da me. Come non capirle, ero una rompiscatole”.

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