Maurizio Ambrosini, docente di sociologia e delle immigrazioni presso l’Università di Milano, è intervenuto a Giù la maschera su Radio Rai per commentare l’emergenza a Lampedusa: “Non c’è nessun esodo biblico, nessun movimento epocale. È da 30 anni ci sono degli arrivi dal mare sull’isola. Il fenomeno si ripete qualche anno più folto, qualche anno meno. Il motivo è che c’è instabilità in Africa, ci sono le guerre note ma ce ne sono anche altre meno visibili. Inoltre, mancano canali legali di accesso in Europa dal sud del mondo, a parte le élite che riescono sempre a viaggiare comodamente in aereo”.



L’esperto, insomma, non ci sta agli allarmismi. “Dobbiamo liberarci dall’idea che ci sia un fenomeno drammatico di migrazione dai paesi del sud del mondo. Nel complesso dal 2010 l’Italia è stazionaria, intorno ai 5 milioni e mezzo di immigrati regolari più 400-600 mila immigrati irregolari. Gli africani in tutto questo sono il 20%. Per più della metà sono donne e per quasi la metà vengono in prevalenza da paesi di tradizione culturale cristiana. In 2.400.000 hanno un lavoro regolare”.



Ambrosini (esperto di immigrazione): “Non è un esodo epocale”. Il parere

Secondo Maurizio Ambrosini, piuttosto, una ampia percentuale del fenomeno dell’immigrazione è di stampo culturale. “È necessario chiedersi se il problema sono i numeri o il fatto che arrivano dalle migrazioni dal mare non autorizzate persone con la pelle scura che non ci piacciono. Il problema dell’accoglienza è nel nostro sguardo, nel fatto di accettare di più alcuni stranieri e non volerne accettare degli altri. La presenza di un’immigrazione povera, diseredata per le strade è il fallimento dell’incontro tra le nostre esigenze che ci sono e le loro capacità, competenze e possibilità di lavoro”, ha sottolineato.



È emblematico, in tal senso, l’esempio dell’Ucraina. “Nell’Unione Europea ci sono 4 milioni di profughi ucraini, di cui 170.000 in Italia, ma per nessuno è un problema. Questo dimostra che se vogliamo possiamo accogliere. Se arrivano 100.000 persone dal sud del mondo però sono considerate una catastrofe”, ha concluso.