Il fiume Brazos, nel Texas, è luogo di storie, leggende e anche turismo ovviamente, Cantato in dozzine di antiche canzoni dei cowboy che qui con le loro mandrie attraversavano il fiume diretti ai mercati del nord, è diventato purtroppo luogo di morte orribile per una bambina di 10 anni. Insieme ai genitori, Lily Mae Avant vi aveva fatto il bagno, passando una giornata di gioia e divertimento a inizio settembre quando gli americano festeggiano il cosiddetto Labour Day. Pochi giorni dopo però alla bambina è salita una forte febbre che non è scesa mai, anzi, e dopo qualche giorno le ha fatto perdere anche i sensi. Poi è morta. Portata in ospedale è stato troppo tardi: una ameba le aveva divorato l’intero cervello, colpa di una infezione presa nell’acqua.
IL PARASSITA ASSASSINO
In particolare si è trattato di una Naegleria fowleri, un parassita minuscolo, pochi millesimi di millimetro, totalmente invisibile, che si trova nei tratti di acqua tiepida e dolce, come appunto fiumi e laghi. Spesso infetta il bestiame, è rarissimo che colpisca un essere umano, ma succede. Basta che un tratto d’acqua ne sia infetto e l’acqua che entra attraverso il naso (se l’acqua entra dalla bocca non ci sono pericoli) porta il batterio a entrare in contatto con il cervello risalendo attraverso il nervo olfattivo. Qui si moltiplica nutrendosi di tessuto nervoso cerebrale: nel 90% dei casi tale infezione è letale e si può contrarre anche in piscina se i filtri non vengono puliti in modo adeguato perché il cloro può portare alla presenza dell’ameba. In Italia non esistono le condizioni ambientali perché tale batterio si diffonda nelle acque, si registra un solo caso accaduto molti anni fa. In America invece da quando sono stati scoperti i primi casi negli anni 60 si sono registrate 145 persone morte in questo modo. L’ultimo caso si era registrato nello scorso luglio quando a morire per questa forma di menigite era stato un uomo di 59 anni.