Da settimane negli Usa è scattato l’allarme in seguito alla diffusione di casi di Naegleria fowleri, un’ameba mangia-cervello, molto diffuso soprattutto in Texas ed in alcune località nella zona di Huston dove è stata registrata la morte di un bambino di 6 anni. Da quel momento, racconta Corriere.it, i cittadini sono stati invitati a non usare l’acqua del rubinetto poichè potrebbe essere contaminata da questo microbo mortale. I residenti delle aree interessate sono stati quindi invitati a non usare l’acqua per nessun motivo se non per sciacquare i servizi igienici e l’allarme attualmente ha coinvolto 120mila persone. Da alcuni test eseguiti, infatti, è stata confermata la presenza del parassita nella rete idrica. L’allarme ha interessato anche gli stabilimenti Dow Chemical a Freeport dove lavorano oltre 4200 persone, così come le prigioni statali di Clemens e Wayne Scott, con migliaia di detenuti e centinaia di dipendenti. In un primo momento era stato indicato di non utilizzare acqua del rubinetto per nessuna ragione, salvo poi dare il via libera al consumo solo “dopo averla bollita” fino alla completa sanificazione della rete idrica. A Lake Jackson le autorità hanno messo a disposizione dei cittadini centinaia di casse d’acqua potabile in bottiglia.



AMEBA MANGIA-CERVELLO IN RETE IDRICA: ALLARME IN TEXAS

L’allarme ameba mangia-cervello è esploso dopo la morte di un bambino di appena sei anni, Josiah McIntyre, avvenuta lo scorso 8 settembre. L’infezione cerebrale molto rara purtroppo non gli ha lasciato scampo. I familiari del piccolo avevano sin da subito sospettato che il bimbo avesse inalato il parassita mentre si divertiva in un “slash pad”, ovvero fontanelle che spruzzano acqua dal pavimento. Subito ricoverato in terapia intensiva, all’ospedale pediatrico del Texas, il piccolo è morto dopo un ricovero di due giorni. Quando infatti i medici hanno compreso la gravità della situazione collegandola ad una infezione causata da una ameba, per lui era troppo tardi. Naegleria fowleri è un parassita è un parassito tanto piccolo quanto mortale che può infettare vari animali in particolare i mammiferi. L’uomo può contrarlo nuotando in fiumi o laghi ma anche attraverso acqua infetta e lavaggi nasali. Una volta entrato dal naso il parassita risale lungo il nervo olfattivo arrivando al cervello. Qui si moltiplica con grande velocità nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale e provocando al tempo stesso lesioni molto gravi tali da rendere la malattia letale nel 90% dei casi. Nell’uomo provoca la meningoencefalite amebica primaria, che colpisce il sistema nervoso centrale e con una altissima percentuale di morte. Sebbene siano molto rare, negli ultimi anni (dal 2009 al 2018) negli Usa sono state segnalate 34 infezioni. Un solo caso in Italia, post mortem, registrato diversi anni fa.

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