Un ameba “mangiacervello” che causa la meningite sta terrorizzando gli Stati Uniti. Il suo nome per la scienza è Naegleria fowleri. È rarissimo (solo 154 i casi notificati negli ultimi 60 anni nel territorio). Uno di questi, come riportato dal Corriere della Sera, è stato però riscontrato in un visitatore della spiaggia di Lake of Three Fires State Park, nella contea di Taylor, nell’Iowa, che è stata chiusa precauzionalmente per evitare la diffusione della malattia.



Gli esperti sono preoccupati per le conseguenze che potrebbero svilupparsi. Come dichiarato dal Dipartimento della Salute infatti “l’ameba microscopica unicellulare a vita libera può causare una rara infezione del cervello pericolosa per la vita chiamata meningoencefalite amebica primaria (PAM)”. Il livello di mortalità è molto alto. Il decesso avviene entro 1 o 18 giorni dalla comparsa dei sintomi. Secondo quanto riferiscono i “Center for diseases control” di Atlanta fra i casi ben documentati, ci sono solo cinque sopravvissuti noti in Nord America.



Ameba “mangiacervello” causa meningite: come si trasmette l’infezione

I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie negli Stati Uniti, come riportato dal Corriere della Sera, stanno cercando di evitare che la situazione si aggravi dopo il riscontro del primo caso. È per questo motivo che hanno dettato le linee guida per evitare di contrarre l’infezione. Trovandosi Naegleria fowleri, l’ameba “mangiacervello” che causa la meningite, nelle acque calde e fresche come laghi, fiumi e sorgenti termali (ma anche in piscine con scarsa manutenzione), a prestare maggiore attenzione devono essere i nuotatori.



Il consiglio è quello di limitare sostanzialmente a zero la quantità di acqua che viene inalata. Ciò è possibile tenendo il naso chiuso o utilizzando clip nasali, oppure ancora meglio tenendo la testa fuori dall’acqua ed evitando di stare in acqua quando le temperature sono molto elevate. Sussiste comunque anche la possibilità di trovare l’ameba al suolo, seppure più raramente.