Il grande cantante italiano Amedeo Minghi è stato ospite questa mattina del programma di Rai Uno, Uno Mattina Estate: “Ho trovato tanta rispondenza da parte del pubblico, io non sono molto social, ho trovato una grande disponibilità, come se ci fosse una sorta di appuntamento sospeso”, ha raccontato Amedeo Minghi in merito alle ultime esibizioni avvenute dopo un periodo di pausa a seguito della scomparsa della moglie. “Con mia moglie ci siamo conosciuti nel 1973, poi dopo la sua morte tante cose si sono sommate e uno ad un certo punto deve fare una riflessione: andiamo sempre di corsa e ogni tanto bisogna fermarsi e capire dove stiamo andando. I dolori arrivano dopo, come quando accade qualcosa che ti fa molto male, sei preso più da quello che sarà rispetto a quello che è, alla fine il dolore arriva e devi fare i conti”.



Amedeo Minghi ha poi parlato delle sue origini romane: “Io sono cresciuto in una zona popolare di Roma, c’era una sola macchina, giocavamo in mezzo alla strada. La mia partenza fu nel 1966 con Scala Reale presentato addirittura da Peppino De Filippo, oggi non c’è parametro, era una televisione di 40 milioni di spettatori a puntata. Erano i tempi in cui si cantavano i brani solo due volte, la seconda era per la registrazione”.



AMEDEO MINGHI: “NON HO MAI FATTO L’AUTORE IN SENSO STRETTO”

Amedeo Minghi ha scritto per altri grandissimi artisti tirando fuori il meglio degli stessi: “Io non ho mai fatto l’autore nel senso stretto del termine, ci sono colleghi che fanno questo di mestiere, io ho sempre cercato di dare qualcosa che fosse per loro ma che fosse anche mio, riguardasse entrambi”. Sul suo capolavoro 1950: “Una gestione lunga durata anni, poi una notte a Ronciglione in un alberghetto con tutti i pezzi di carta sparsi sul letto… la mattina dopo è nata la canzone”. Minghi ha cantato 1950 a Sanremo con Rita Pavone: “Quella sera eravamo emozionatissimi, congelati”.



In studio è intervenuta anche Alma, la figlia di Amedeo Minghi: “La perdita di mamma è stato un qualcosa che non ci aspettavamo ma abbiamo reagito in maniera forte, noi siamo tosti. Io e mia sorella siamo completamente diverse ma siamo una squadra, siamo state vicine a papà e ci siamo unite”. Amedeo Minghi sul rapporto con le figlie ha aggiunto: “Io sono estroso nella musica, nei rapporti sono un po’ più orso”. Di nuovo la figlia: “Per noi era normale, poi crescendo abbiamo conosciuto la sua grandezza”. Sull’avvento della tecnologia nella musica: “Io continuo a scrivere a pianoforte – spiega Amedeo Minghi – poi porto in studio il brano ma la vera anima sta nel pianoforte. Dobbiamo ricordarci che ciò che cantiamo dobbiamo farlo cantare anche agli altri”.