La pandemia e soprattutto le sue conseguenze economiche hanno portato in crisi il mondo intero, però specie nel continente latinoamericano c’è da registrare un altro dato preoccupante: difatti in alcuni Paesi le recenti elezioni o referendum hanno portato alla luce possibili cambi nella gestione del potere che lasciano prevedere un futuro basato sul populismo, anche se ciò significa seguire le orme specie di un Venezuela che, pare impossibile pensarlo, nonostante il suo totale fallimento, le discriminazioni e la povertà diffusa promette di creare repliche in altri Stati.
Ciò si deve basicamente al fatto che il sistema democratico gestito in nome del liberalismo ha creato problemi che, sebbene comparati con i disastri del populismo siano di minore entità, hanno generato proteste che si sono registrate specie in Cile e Colombia e che stanno incamminando questi e altri Stati verso il sogno, quanto mai falso, di una distribuzione della ricchezza più equa se governati in nome del popolo da oligarchie che si riempiono la bocca con questo termine ma alla fine si dimostrano, nei fatti, l’esatto opposto dei principi che proclamano. Vivendo nel lusso e nella corruzione più sfrenata e lasciando che il benamato popolo si nutra delle sue magre elemosine, senza aver la minima possibilità di uscire dalla povertà, anzi moltiplicandola.
Viene da sé che le classi medie, trovandosi nel mezzo della questione e spesso con la sola colpa di lavorare per ottenere i beni di cui godono, si sentano minacciate al punto tale da voler fuggire dai Paesi in cui vivono per cercare altre realtà.
Sembra incredibile, ma l’Italia viene vista alla stregua di un Paradiso nel mezzo di una Ue considerata un “Primer mundo” dove tutto funziona a meraviglia e dove la vita è facile.
Il tutto alimentato da falsi miti o notizie inverosimili che sedicenti “giornalisti” non si peccano di indagare minimamente, anzi: nei loro articoli mitizzano il nostro Paese come quello dove è facilissimo prendere sia cittadinanza che residenza e nel quale con un solo euro ogni cristiano può permettersi una casa quando non affittarne una quasi gratis, visto che i vari municipi intervengono con contribuzioni fino al 50% sull’importo.
La cosa ancor più inverosimile è che ci sono società che, attraverso siti Internet, promettono di poter raggiungere facilmente questi obiettivi con manovre che spesso rasentano l’illegalità e che, nel corso degli anni, hanno contribuito a creare un fenomeno già denunciato dal Sussidiario: quello degli italiani fasulli che, approfittando di un vuoto legislativo delle nostre leggi, che permettono l’ottenimento della cittadinanza italiana a chi dal 1861 (sì, avete capito bene) abbia avuto un parente emigrato che non abbia acquisito la nazionalità del Paese ospitante.
La mente mi riporta al fatidico 2001 vissuto in Argentina con la crisi di uno Stato caduto in default e voli da Buenos Aires ricolmi di famiglie che avevano lasciato il proprio Paese, venduto le loro case a prezzi irrisori per poi trasferirsi in un “Primer Mundo” che li avrebbe accolti con i guanti bianchi. Parlai con diversi di loro e mi resi conto subito della delusione che avrebbero provato vivendo una realtà che la disperazione e i falsi miti avevano alimentato. Difatti moltissimi ritornarono in Argentina dopo pochissimi anni con un misto di delusione e rabbia nell’aver creduto ai “pifferai magici” che avevano diffuso racconti conditi di nostalgia e abbelliti fino all’inverosimile da chi anni o decenni prima aveva dovuto lasciare un Italia in crisi per emigrare.
Ora le prospettive di arrivo del populismo e di ripetere la triste esperienza del Venezuela spingono molti a compiere lo stesso passo con la medesima incoscienza e sicuri che quanto detto dai “pifferai magici” mediatici sia una realtà inequivocabile. Ma come si può pensare che in una Italia con crisi abitazionale da anni si vendano case a un euro e la gente non faccia a gara per accaparrarsene lasciando il posto a persone che vengono dall’altro capo del mondo? Non sarà forse perché queste case sono in gran parte distrutte o in pessime condizioni e necessitano di ristrutturazioni di costo non indifferente e anche perché le stesse si trovano in paesi isolati dal mondo e senza possibilità lavorative? Quindi o uno possiede entrate mensili cospicue per poterci vivere o abitarci diventa difficilissimo se non impossibile?
Difatti spesso queste proprietà vengono acquistate da persone che hanno i capitali necessari per viverci, provengono da Paesi ricchi e godono spesso di pensioni notevoli e che di certo non vengono a cercare fortuna, ma luoghi incantevoli fuori dal mondo.
La cosa che colpisce è la totale indifferenza delle nostre Istituzioni (pure all’estero) per vedere non di contrastare ma di spiegare la realtà di questi fenomeni e cercare di limitare la situazione delle richieste di passaporti che intasano i nostri consolati: e inoltre come mai non si è cambiato un decreto (quello che parla del 1861) emesso in epoca giolittiana e ormai fuori da qualsiasi logica, visto che altri Paesi limitano il conseguimento della cittadinanza al massimo a due generazioni e spesso con esami di lingua?
Ma alla base di questo disinteresse nel cambiare le regole c’è la questione del voto all’estero che spesso ha modificato Governi nella quasi totale ignoranza di conoscenza dell’Italia da parte dei votanti, succubi di “ordini di scuderia” di sedicenti movimenti che spesso offrono in cambio proprio la rapidità nel conseguire cittadinanze non proprio etiche.
Ora l’emergenza Covid ha segnato, e non solo per l’Italia, la possibilità di una ricostruzione più equa: da più parti si parla di un risorgimento, ma finché si continuerà a non affrontare questa problematica “fabbrica di illusioni” ci troveremo di fronte a situazioni che, se lasciate correre in nome di machiavellici calcoli elettorali, costituiranno un intralcio notevole non solo allo sviluppo del nostro Paese, ma anche alla sua reputazione e serietà.
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