In alcuni stabili popolari di Milano, nel 2018 è stata rilevata e certificata la presenza di amianto, presente dai solai alle cantine e persino nelle tubature di scarico dei servizi igienici e nell’aria circolante nel sottosuolo. Nonostante siano passati cinque anni, non si è provveduto però alla bonifica, anzi: le famiglie che vivono in quegli alloggi sono rimasti lì senza che l’amministrazione comunale agisse per tutelare la loro salite. Si tratta di bambini, anziani, donne e uomini, esposti al pericolo di sviluppare malattie.



Ad accendere i riflettori sulla situazione è il capogruppo di Fratelli d’Italia all’interno del Consiglio comunale Riccardo Truppo, che ha sentito gli inquilini delle case popolari e si è recato nelle aree periferiche del capoluogo lombardo. Per Libero, l’amministrazione Sala non ha mai tenuto in considerazione la situazione nell’area periferica, non osano sporgersi oltre i confini del centro.



Gli abitanti non si spostano

I condomini degli stabili popolari di Milano, nei quali è stata certificata presenza di amianto, non hanno mai smesso di pagare le tasse relative all’abitazione, nonostante i muri si sgretolino e siano esposti continuamente a malattia. Lo stato di degrado fa aumentare il rischio di contaminazione dell’aria ove sia presente l’amianto, come spiegato ancora da Libero. Persino i tecnici incaricati della gestione dei contatori si rifiutano di scendere nelle cantine per paura di respirare le particelle di amianto. Inoltre, gli spazi destinati ad esercizi commerciali, fino a pochi mesi fa ospitavano servizi per l’infanzia.



Il comune, nonostante conosca bene la situazione, non interviene e le famiglie, molte residenti lì da ormai quarant’anni, continuano a rimanere in quegli appartamenti perché non sanno dove altro andare. Diventa dunque sempre più abissale il divario tra centro e periferie, tra ricchi e poveri.