A “Storie Italiane” si è parlato delle abusive che hanno occupato la casa di Ennio Di Lalla, grazie al servizio realizzato dall’inviato a Roma Maurizio Licordari, il quale ha intervistato la donna che uscì da quella porta il giorno dello sgombero, ufficialmente per “aiutare l’amica Nadia” che si era stabilita all’interno dell’immobile, con la quale nega vi sia qualsiasi rapporto di parentela. Quel giorno la donna disse un inquietante “lo faremo di nuovo” e, infatti, la diretta interessata ha nuovamente preso possesso di un appartamento.
La signora, che non ha voluto farsi riprendere in volto, ha confessato ai microfoni del programma di Rai Uno quanto segue: “Ho dichiarato di essere abusiva anche ai carabinieri. Io sono qua da cinque, sei mesi. Sono anche stata denunciata dai carabinieri, che mi hanno poi consegnato un foglio che diceva che potevo stare qua al posto di una vecchietta che c’era prima e che poi i giornalisti mi hanno riferito che è morta. Io ho una figlia che soffre di attacchi epilettici, il suo papà è morto. Dove vado? In passato ho addirittura dormito per strada in via Casilina, c’erano marocchini con bottiglie e coltelli”.
L’AMICA DELL’ABUSIVA CHE OCCUPÒ LA CASA DI ENNIO DI LALLA: “SE UN GIORNO DOVRÒ USCIRE, LO FARÒ”
Nel prosieguo dell’intervento in trasmissione, la donna amica dell’abusiva che occupò la casa di Ennio Di Lalla ha aggiunto che, se un giorno dovrà abbandonare l’appartamento dove si trova ora, lo farà “con le forze dell’ordine, uscirò. Quante ce ne sono di persone che occupano case a Roma! Io non conosco nessuno che gestisca un presunto racket. Lo giuro sulla tomba di mio marito, che se n’è andato a 37 anni”.
In seguito, ha concluso il proprio intervento asserendo quanto segue: “Non ho fatto domanda in Comune per ottenere una casa. Se un giorno si paleserà il proprietario di questa casa, io uscirò. Andrò anche a chiedere scusa davanti ai giudici agli italiani per avere occupato… La gente aspetta 20 o 30 anni, ottenere le case popolari è difficile”.