Amici 2024, Zerbi e Celentano pronti al serale: la stoccata agli altri prof

Alessandra Celentano e Rudy Zerbi sono al timone della squadra del serale di Amici 2024 composta da Dustin e Marisol per il ballo, e Petit e Holden per il canto. Il via al reale di Amici di Maria De Filippi si fa sempre più vicino e, nell’attesa per il grande inizio, i due coach hanno avuto modo di incontrare i propri pupilli per iniziare a mettere a punto la loro strategia per il serale.



Per Zerbi e Celentano, l’incontro con la propria squadra del serale di Amici 2024 è stata però anche l’occasione per lanciare le prime stoccate ai rivali. Ricordiamo infatti che le squadre che si sfidano al serale sono tre: oltre a quella di Zerbi e Celentano, c’è quella di Lorella Cuccarini ed Emanuel Lo, e di Anna Pettinelli e Raimondo Todaro.



Alessandra Celentano e Rudy Zerbi al serale di Amici 2024: l’attacco a Todaro e Pettinelli

Zerbi e Celentano non temono la sfida a tre squadre del serale, e lo fanno presente proprio durante il loro primo incontro con i propri ragazzi. “Non siamo secondi a nessun, anzi direi il contrario – sono state le parole di Celentano agli allievi della squadra -, rappresentate insieme cosa é la musica di oggi… siete tanto diversi ma speciali e unici e date lo specchio di quello che é oggi la musica”, ha proseguito. Per Alessandra Celentano la loro squadra al serale rappresenta “una vera selezione, e ai ballerini dico che vi ho scelto perché versatili, mai avuto dubbi su di voi e contenta di rappresentare questo serale con voi quattro elementi di valore”.



Ma non è tutto. Analizzando le altre squadre, i due coach hanno lanciato un attacco ai rivali, Pettinelli e Todaro in primis. Su Lil Jolie, Zerbi ha detto: “Deve misurarsi con se stessa, dopo questo periodo nella scuola e vedremo cosa farà”. Di Martina Giovannini invece: “Grande voce e non di sola voce é fatto un cantante”. Per la quota ballo, poi, Alessandra Celentano sentenzia su Giovanni: “Al di fuori di quello, il ballo latino, non é mai geniale, torniamo al discorso della non versatilità”.