Mentre in Italia il dibattito sulla liberalizzazione della cannabis non va oltre la campagna elettorale, in Olanda addirittura si accelera. La sindaca di Amsterdam ha, infatti, avanzato la proposta di legalizzare anche la cocaina. Durante un congresso sulla droga organizzato dal ministro della Giustizia Dilan Yesilgöz, che si è tenuto nella capitale olandese alla presenza di diversi ministri europei (come quelli di Italia, Francia, Spagna e Belgio), la sindaca Femke Halsema ha spiegato il progetto: «Nel nostro Paese si deve legalizzare la cocaina. In questo modo si aiuterebbero i quartieri più a rischio ad uscire dal circuito criminale che li domina».



Per la prima cittadina di Amsterdam bisogna guardare la situazione in faccia, perché i fatti parlerebbero chiaro: «Il suo commercio ed utilizzo cresce in maniera esponenziale. Ogni intervento del passato è servito a poco. Bisogna cercare un’altra strada». Da tempo sostenitrice della liberalizzazione della cocaina, Femke Helsema lancia una proposta che in realtà non fa proseliti.



PROPOSTA CHOC SU COCAINA, MA GOVERNO VA IN DIREZIONE OPPOSTA

Infatti, il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, da anni ha preso posizione contro gli stupefacenti e il monopolio della criminalità organizzata chiedendo pene più severe ed interventi con l’uso di forze militari. «Dobbiamo convincere chi ne fa uso che c’è sangue nella cocaina che consuma», ha dichiarato. Mesi fa era andato in Colombia col collega di Anversa, Bart De Wever, chiedendo la collaborazione della polizia per bloccare i carichi di cocaina che partono per i due grandi porti europei. Solo nel 2020 furono sequestrate 40 tonnellate, 74 l’anno scorso.



Inoltre, recentemente i ministri della Difesa e della Giustizia olandesi, come riportato dall’Avvenire, si sono recati a Roma dal ministro degli Interni Lamorgese, esprimendo «ammirazione» per come l’Italia ha affrontato, «attivamente e duramente la delinquenza gestita dalla mafia che gravita attorno al mondo della droga». La sindaca di Amsterdam invece la pensa diversamente, ignorando il pericolo per la salute pubblica e l’allargamento dei consumati a causa dell’abbassamento del prezzo di acquisto.