Sono trascorsi 9 anni dalla morte di Amy Winehouse. Aveva soli 27 anni quando il suo corpo senza vita fu ritrovato il pomeriggio del 23 luglio 2011 nella sua abitazione di Camden Square, a nord di Londra. Una morte choc che sconvolse il mondo intero della musica e che 9 anni dopo ancora piange la giovane stella del soul che, nonostante avesse da poco iniziato a brillare aveva già folgorato tutti con la sua luce ed i suoi occhi intensi. Tre mesi dopo la sua morte, gli esami tossicologici confermarono i sospetti iniziali: Amy fu uccisa da una assunzione massiccia di alcol dopo un periodo di astinenza. La sua vita fu caratterizzata da gravi problemi legati alle dipendenze da droga e alcol ma anche disordini alimentari a causa dei quali fu ritardata l’uscita del suo terzo album. Fu con l’album Back to Black però che Amy Winehouse riuscì a conquistare il mondo intero, mettendo d’accordo in egual misura pubblico e critica grazie a singoli del calibro di Rehab, Love is a losing game e Back to black e la vittoria di cinque Grammy Awards. Proprio il video di Back to black conta oggi oltre mezzo miliardo di visualizzazioni su YouTube, grazie alla sua voce ed alla potenza del testo che racconta il dolore di una separazione alla fine di una storia d’amore.
AMY WINEHOUSE, 9 ANNI FA LA MORTE: IL SUCCESSO E LA GRANDE FRAGILITÀ
Amy Winehouse fu ribattezzata la regina del soul e tale continua ad essere a nove anni esatti dalla sua tragica e prematura morte. Con la sua scomparsa la cantante va ad aggiungersi alla lista degli artisti indimenticabili entrando in quella spirale – per alcuni una “maledizione” – che ha contribuito ad accomunarla a grandi del calibro di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Kurt Cobain. La sua voce potente che contribuì a portarla al grande successo fu al tempo stesso anche sinonimo di un’anima fragile ed una esistenza segnata dalla depressione e dalla dipendenza. “La musica è l’unica terapia che ho a disposizione per trasformare i miei fallimenti in vittoria”, aveva dichiarato, come rammenta oggi un articolo se Il Secolo XIX, “Dovrei essere la mia migliore amica e non incasinarmi la testa con altri stupidi uomini”, diceva mentre era alla costante ricerca di un amore mai realmente trovato. La Winehouse fece molto discutere anche per via della sua tormentata relazione con Blake Fielder-Civil, sposato nel 2007 e terminato due anni dopo con il divorzio. In tanti lo definirono anche la vera “rovina” di Amy, come emerse anche dal documentario del 2015 diretto da Asif Kapadia sulla cantante.