Ana Mena, il dodicesimo posto con Duecentomila ore
Ana Mena è una delle cantanti più giovane del Festival di Sanremo 2022: la sua ‘Duecentomila ore’ è firmata dal collega e amico Rocco Hunt. La prima volta all’Ariston per l’artista spagnola non è andata però nel migliore dei modi: è ultima nella classifica generale della sala stampa. Eppure tutto nella sua esibizione è stato accattivante. La sue essenza ispanica la rende amabile al pubblico e la voce, per quanto sottile e appena pronunciata a fior di labbra, la denota come interprete sensibile. La performance è stata colorata da un bel giro di chitarra ‘wang’ in stile western dal sapore di film di David Lynch.
Il tutto poteva dunque apparire come un successo, ma qualcosa non è andato come i produttori e forse la stessa cantante si aspettavano. Il limite più grande della canzone è forse però proprio nel testo: una sorta di ballata d’amore in stile sofferto, che ricorda i tormentoni di Viola Valentino o di coloro che negli anni ’80 facevano del cuore-amore-sofferenza il loro cavallo di battaglia. La musica, invece, ricorda la melodia di ‘Amandoti‘ di Gianna Nannini. È per questo motivo che qualcuno ha osato accusare di plagio la giovane spagnola. La polemica, tuttavia, è rimasta sul web.
Ana Mena, il testo scritto da Rocco Hunt
In merito al testo di ‘Duecentomila ore‘ di Ana Mena, ad ogni modo, il colpevole va ricercato in Rocco Hunt, che lo ha scritto. ‘Quando la notte arriva/ M’ama non m’ama un fiore/ America Latina/ Un Cuba libre amore/ Quando la notte arriva/ Duecentomila ore’. Già in questa frase si evidenziano non pochi stereotipi. In particolare, quelli di un viaggio oltreoceano con cocktail al tramonto prima di un breve amore e l’addio. I luoghi comuni che aprono l’abisso della banalità ci sono tutti. Nella canzone originale la cantante ha un arrangiamento forse più idoneo a questa ballata romantica: paga, invece, quello dello studio, non adatto ad un testo che nasce da queste premesse. Purtroppo siamo solo a febbraio e il successo di questo brano, data la situazione che il mondo sta vivendo, appare ben lontano.
Il pregio di Ana Mena, ad ogni modo, è certamente la freschezza. In passato ha dimostrato di essere capace di tirare fuori delle hit estive niente male. Forse al Festival di Sanremo 2022 avrebbe voluto trovare un’altra strada, ma per avere un biglietto da visita per il successo ci vuole qualcosa di più. In futuro magari meglio trovare un paroliere che la renda meno stereotipata e che esalti la sua raffinatezza ben evidente oppure puntare direttamente al tormentone estivo, sapendo che Sanremo è sul mare ma il solleone è ancora molto, ma molto lontano.