Dopo le forti polemiche sollevate da M5s e sindacati – in particolare il leader in pectore Giuseppe Conte e il n.1 della Cgil Maurizio Landini – il Governo arriva a modificare lievemente la norma sull’Anac inserita nell’ultimo Decreto Reclutamento PA (per assunzioni in vista del PNRR). «I poteri di indirizzo e vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione non saranno intaccati, e cito parole usate da Palazzo Chigi», l’ha spiegato stamane la ministra della Giustizia Marta Cartabia, intervenuta in audizione presso la Commissione Antimafia.



La stessa Guardasigilli ha poi aggiunto, «in proposito preziosi spunti arriveranno venerdì 18 giugno dall’ascolto della relazione annuale dell’Anac che svolge un’importante attività di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione e sui contratti pubblici, specie nei settori più esposti». La lotta alla corruzione, conclude la Ministra del Governo Draghi, è di fondamentale centralità e importanza «perché non possiamo permettere che i fondi Recovery finiscano in mano criminalità organizzata».



ANAC & CORRUZIONE, COME CAMBIA LA NORMA NEL DECRETO

All’articolo 6 del Decreto Reclutamento approvato in Cdm il 5 giugno scorso, il Governo stabilisce un lieve cambio della norma sposando solo in parte le richieste del M5s e dei sindacati, preoccupati per le misure «anti-corruzione e per l’emarginazione dell’Anac». Dopo l’allarme lanciato dal presidente Giovanni Busia sui “passi indietro del governo“ e sul rischio sostanziale che le competenze dell’Agenzia in materia fossero trasferite al ministero della Pubblica amministrazione, la bozza finale del Dl Reclutamento nella versione finale viene fatta salva l’indipendenza dell’Autorità per l’anticorruzione. L’Anac chiedeva oltre al riconoscimento “di principio” anche un ingente rafforzamento di risorse umane (leggasi, assunzioni) che al momento non viene considerato dal Governo Draghi: presso l’Autorità che fu diretta da Raffaele Cantone, si spera ora in emendamenti ad hoc durante il passaggio parlamentare del Decreto voluto da Draghi e Brunetta, firmato anche dai Ministri Franco (Economia) e Cartabia (Giustizia). Il Piano integrato di attività va adottato «nel rispetto delle vigenti discipline di settore e in particolare della legge anticorruzione del 2012», si legge nell’unica parte modificata della norma.