Il presidente dell’Anac Raffaele Cantone ha rassegnato le sue dimissioni dall’Autorità Anticorruzione con una lunga lettera pubblicata stamattina sul portale ufficiale online: dopo 5 anni di presidenza, il magistrato campano annuncia la fine di un’era alla guida dell’autorità che regola tutti i passaggi tra appalti, operazioni pubbliche e rapporti delicati nell’incrocio rischioso tra politica, edilizia e affari. «Sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo», spiega Cantone che non ha mai nascosto i dissidi e gli scontri tra il Governo Conte e la sua reggenza all’Anac. L’ormai ex n.1 dell’Autorità ha chiesto ufficialmente di poter rientrare nella magistratura che «ho sempre considerato la mia casa. Oggi la magistratura vive una fase difficile, che mi impedisce di restare spettatore passivo», ricorda ancora Cantone nella lunga lettera offerta al portale Anac.
CANTONE LASCIA L’ANAC (QUESTA VOLTA È VERO)
In particolare Raffaele Cantone ha affermato che tornerà all’Ufficio del massimario presso la Cassazione ricordando come negli scorsi mesi avesse già presentato al Csm la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. In realtà, l’annuncio di imminenti dimissioni già era stato paventato lo scorso febbraio dopo la notizia della candidatura di Cantone presso tre ruoli direttivi (le Procure della Repubblica di Perugia, Frosinone e Torre Annunziata), ma venne poi immediatamente smentito da Cantone con queste parole «Non ho alcuna intenzione di dimettermi da Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione». Negli ultimi mesi però, gli scontri con Lega e M5s e la grave situazione avvenuta in sede Csm con lo scandalo Palamara hanno fatto cambiare idea a Cantone: «nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione. Per questo con alcuni mesi di anticipo, ho avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli della magistratura: un atto che implica la conclusione del mio mandato di Presidente dell’Anac, che diverrà effettiva appena l’istanza sarà ratificata dal plenum del Csm».