CASO COSPITO, ALLARME ANARCHICI IGNORATO DAL PARLAMENTO NEL FEBBRAIO 2022
Le forze dell’ordine e i servizi segreti da anni monitorano il fenomeno degli anarchici, ben prima che il “caso Cospito” facesse breccia nel dibattito italiano e internazionale: il problema è che non sempre la politica nelle scorse Legislature ha saputo cogliere appieno il grido di allarme lanciato dalle strutture dello Stato impegnate ogni giorno a prevenire attività di terrorismo. Nel giorno in cui il Governo con i Ministri Nordio, Piantedosi e Tajani ha ribadito l’importanza del regime di carcere duro 41bis al leader degli anarchici Alfredo Cospito – in attesa dei pareri della magistratura e della sentenza della Corte Costituzionale – il quotidiano “Libero” va a ripescare la relazione del “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica” (DIS, CISR, AISI, AISE e Presidenza del Consiglio) fatta nel febbraio 2022 in Parlamento dove per l’appunto veniva messo nero su bianco il pericolo crescente del fenomeno anarchico in Italia e in Europa.
Come ha spiegato oggi in conferenza stampa il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «non è vero che gli anarchici erano spariti dai radar delle forze dell’ordine. Impegnano da anni attività di prevenzione delle forze di polizia: a parte il 41bis, gli anarchici nella loro narrazione fanno contrasto ad ogni misura detentiva per loro stesso statuto. Non può essere lo sciopero della fame per far cambiare leggi e strumenti democratici». La relazione di quasi un anno fa conferma la bontà delle analisi dei servizi segreti anche sul fronte anarchici: il problema è che l’allarme è stato sostanzialmente ignorato dal precedente Parlamento e anche dal precedente Governo, che pure con la Ministra della Giustizia Marta Cartabia nel maggio 2022 ha siglato il carcere 41bis per Cospito per i rischi rilevati dalle attività mantenute all’interno della detenzione dal leader anarchico.
LA RELAZIONE DEI SERVIZI SULL’ALLARME ANARCHICI: ECCO COSA DICEVA
Nella parte dedicata ad eversione ed estremismi, la relazione dei servizi “anticipò” quanto vissuto in queste settimane sul caso Cospito: attacchi a sedi diplomatiche italiane in Europa, scontri con la polizia, bombe molotov e atti di vandalismo continui. La relazione su questo punto era già chiarissima: «L’azione di intelligence in stretto raccordo informativo con le Forze di polizia, ha continuato a evidenziare, nello scenario eversivo interno, la particolare pericolosità delle componenti anarco-insurrezionaliste. Si è, infatti, nuovamente rilevata la propensione di tali realtà a mobilitarsi su un “doppio livello”, che prevede un attivismo tanto di caratura “movimentista”, inteso a infiltrare le manifestazioni per promuovere più veementi pratiche di protesta, quanto di più marcata valenza terroristica con il compimento della tipica “azione diretta distruttiva” contro diversi target, correlati ad altrettante varie campagne di lotta».
In altri stralci pubblicati da “Libero” sulla relazione mostrata in Parlamento dal “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica” emerge come tra le diverse “campagne di lotta” del movimento anarchico, spicca proprio la difesa dei “compagni detenuti” come Cospito: «si sono rilevati pure attraverso la consueta diffusione in rete di documenti riportanti dati circostanziati sugli obiettivi da colpire e indicazioni operative su alcune tra le più insidiose attivazioni anarchiche, come il sabotaggio d’infrastrutture, specie delle telecomunicazioni, e di linee ferroviarie. Ciò, in uno scenario della minaccia che, in linea con il trend rilevato negli anni scorsi, ha attestato il compimento di diversificate “azioni dirette” contro molteplici target, rivendicate e non, inneggianti alla “solidarietà rivoluzionaria ai compagni prigionieri” in Italia e nel mondo». Il tema del sostegno anche internazionale agli anarchici detenuti veniva delineato dalla relazione degli 007 come un’evidenza ormai conclamata: «principale collante ideologico tra militanti, anche di diversi Paesi. I collegamenti internazionali dell’anarco-insurrezionalismo hanno continuato a trovare, soprattutto sul web, luogo privilegiato di approfondimento tematico e operativo, nonché di condivisione di campagne di lotta, che, a loro volta, hanno dato poi spunto ad attivazioni pure in altri Paesi europei, specie in Francia, Spagna, Grecia e America latina». Un anno dopo quelle “profezie” si sono di fatto tutte realizzate e ora il Governo Meloni si ritrova tra le mani quello che il vicepremier e Ministro degli Esteri Tajani ha definito come un «attacco allo Stato. Non esiste il partito anarchico mondiale ma c’è una rete di solidarietà internazionale e quindi l’attacco contro l’Italia viene effettuato in tutto il mondo. Alziamo il livello di sicurezza ovunque perché esiste una internazionale anarchica mobilitata contro lo Stato italiano».