Scontro nel salotto di Cartabianca, su Rai Tre, fra la nota ballerina ucraina Anastasia Kuzmina, star di Ballando con le stelle, e Alessandro Orsini, direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla sicurezza Internazionale della Luiss. Secondo quest’ultimo, l’Italia non dovrebbe inviare armi agli ucraini, mentre la stella della danza la pensa diversamente, convinta che senza aiuti esterni Kiev non riuscirà mai a difendersi dall’invasione russa. Due idee completamente differenti sul conflitto che sta imperversando ormai da venti giorni a questa parte.



“Per uscire da quest’incubo dobbiamo immaginare l’Ue come un corpo con tanti organi. Se la Germania e la Francia vogliono riempire l’Ucraina di armi lo faccia. L’Italia, con i soldi delle armi, costruisca due ospedali enormi per accogliere i bambini ucraini”, sono le parole di Alessandro Orsini, con il professore che si è quindi smarcato un po’ dall’idea generale, aggiungendo che, secondo il suo punto di vista, sia l’Unione Europea quanto la Nato hanno illuso due volte gli ucraini, prima facendo credere che la stessa Ucraina sarebbe potuta entrare nell’Alleanza Atlantica, e poi illudendoli che li avrebbero aiutati.



KUZMINA VS ORSINI: “IL POPOLO UCRAINO NON SI ARRENDERA’”

Ci vogliamo lavare le mani costruendo due ospedali per gli ucraini? – ribatte la ballerina ucraina, dicendosi ovviamente favorevole all’invio di armi ai suoi connazionali – se noi ci possiamo difendere è perché l’Unione europea ci sta fornendo le armi”.

La Kuzmina ha poi fatto chiaramente capire che il popolo ucraino in ogni caso non si piegherà alla Russia, anche nel caso in cui il presidente Zelensky dovesse arrendersi: “Noi stiamo combattendo per la nostra identità, siamo un Paese troppo giovane ma con una storia antica che non ha mai avuto la possibilità di essere libero e indipendente. Noi non ci fermeremo”. La ballerina ha quindi rimarcato l’orgoglio del proprio popolo, che non ha alcuna intenzione di scendere a patti con il nemico invasore, e che punta ad affrancarsi dalla Russia dopo che per anni è stata sotto il dominio “dell’orso bruno”.