Interessante il duetto di Anastasio con la Pfm a Sanremo 2020, ma non ha convinto tutti. L’arrangiamento di Spalle al muro di Renato Zero è bello, ma la veemenza del rapper, che ha urlato le parole, ha forse tolto qualcosa all’esibizione. D’altra parte Anastasio è uno a cui piace mettersi in gioco, lo fa anche a Sanremo 2020. Al rapper piace anche trasfigurarsi, infatti Franz Di Cioccio lo guarda teneramente prima di scatenarsi alla batteria. Non potevano chiedere di più i loro fan. Un’esibizione energica che spiega come mai Anastasio si trova nelle prime posizioni nei sondaggi e nei pronostici. «#Anastasio e la #PFM. Un’esibizione che ricorderemo », «Io se potessi farei vincere Sanremo all’esibizione di Anastasio e la PFM #festivalsanremo2020» e «Le canzoni storiche sono una traccia. Ognuno sta svolgendo il proprio compito. Ed è qui che si parrà la nobilitate di ciascuno. Chapeau ad #Anastasio e alla #PFM. (Se poi si fossero visti anche insieme sul palco… ma vabbè…) #Sanremo2020» alcuni dei commenti sui social. (agg. di Silvana Palazzo)
Anastasio con la Pfm per il duetto di Sanremo 2020
Per la serata cover del Festival di Sanremo 2020, Anastasio ha scelto di affidarsi all’esperienza e alla capacità della Pfm, storica band italiana che ha prodotto 48 dischi e che ha calcato il palco dell’Ariston ben tre volte, l’ultima delle quali nel 2015. Il brano scelto da Anastasio per la serata cover è Spalle al muro, un testo molto difficile e impegnato di Renato Zero, scritto per lui dall’amica Mariella Nava: si tratta di una decisione strategica, per un duetto potenzialmente esplosivo, e questo per due diversi motivi. Il primo, per la volontà di riportare la Pfm a Sanremo, dopo ben cinque anni di assenza; una scelta che potrebbe scatenare un effetto amarcord notevole, in grado di appassionare i telespettatori da casa (in particolare quelli più nostalgici). Il secondo, per la volontà di andare all’Ariston con un pezzo di Renato Zero, che inevitabilmente significa fare gol a porta vuota, visto l’amore da sempre tributato a questo artista dal pubblico del festival. Vale la pena sottolineare che Spalle al muro è la canzone con cui Renato Zero ha partecipato a Sanremo nel 1991 e che gli è valsa un secondo posto in classifica.
“Spalle al muro”: le difficoltà del duetto
Le incognite del duetto tra la P.f.m. con Anastasio sulle note di “Spalle al muro” sono tante e la performance non si annuncia per niente scontata. Il brano è estremamente impegnativo: affronta temi delicati come la vecchiaia, il fine vita, il dopo di noi, per non parlare della dicotomia tra l’arroganza della giovinezza e la fragilità della terza età. Sarà impresa ardua per Anastasio confrontarsi con la magistrale interpretazione di Renato Zero, che ha saputo rendere sua la canzone scritta da un’altra artista. Difficile, in particolare, che Anastasio possa dare corpo e sostanza al verso principale del brano: “Sei vecchio, ti chiameranno vecchio e tutta la tua rabbia viene su, vecchio, sì, con quello che hai da dire ma vali quattro lire, dovresti già morire, tempo non ce n’è più e non te ne danno più”. E’ molto probabile che il rapper napoletano lasci il compito ingrato alla Pfm, preferendo scrivere di suo pugno una strofa inedita e calarsi negli abiti del giovane che non comprende la gravità del passare degli anni. D’altronde era già accaduto che Anastasio si misurasse con una cover scegliendo la via facile della ri-scrittura: a X Factor ha reinterpretato Generale di Francesco De Gregori e Another brick in the wall dei Pink Floyd proprio in questo modo, aggiungendo un testo suo inedito su una base rap.
Punti di forza del duetto tra P.F.M. e Anastasio
Quanto all’alchimia tra la P.F.M. con Anastasio, segnaliamo che quella sul palco del Festival di Sanremo 2020 è la loro prima volta insieme e la distanza artistica è decisamente siderale: Anastasio ha appena due anni di esperienza sul palco e di anzianità nella scrittura, la Premiata Forneria Marconi colleziona successi dagli anni Settanta innovando costantemente la musica italiana. Ancora il primo è un cantautore di genere rap e hip-pop mentre il gruppo di Franz Di Cioccio fa rock-progressive, con sfumature indie. Gli unici aspetti in comune tra la Pfm e Anastasio sono l’arte nella scrittura e la potenza dell’interpretazione: due identità e due consapevolezze diverse eppure notevoli. Si tratta di trovare un equilibrio tra le voci, quella autorevole e autoritaria della Pfm e quella giovane ma forte di Anastasio, dando lustro a entrambe le espressioni artistiche in ugual misura. Se l’operazione dovesse riuscire, Anastasio potrebbe anche vincere il Festival. Ma se il duetto non dovesse essere calibrato alla perfezione, allora per il giovane rapper campano la possibilità di trionfare in questa 70esima edizione di Sanremo sarebbe più lontana.
Anastasio, il talento è diventato big. Esordio convincente!
Vestito di bianco ma è Rosso di rabbia, come il testo della sua canzone, Anastasio viene accolto dal pubblico dell’Ariston con una pioggia di applausi: si parla di lui come possibile vincitore di questa edizione, sicuramente sarà tra gli artisti che finiranno nella top 3. Fa il suo ingresso sul palco sicuro e umile, scende le scale dell’Ariston sospinto da un generoso applauso del pubblico in sala e si posiziona al centro della scena, pronto a dare il meglio di sè. Look acqua e sapone firmato da Massimo Georgetti per Msgm, jeans abbondanti e una semplice tshirt bianca, Anastasio punta a stupire con le parole piuttosto che con gli abiti. E ci riesce: “Qualcuno mi fermi, fate presto, per favore, per pietà: voi scrocconi di emozioni, sempre in cerca di attenzioni, prosciugate le canzoni della loro magia”. Il testo è di quelli davvero impegnati: il brano è dedicato al risvolto della fama, al rovescio della medaglia, il sabotatore di Anastasio altri non è che se stesso. Ma il sabotatore è anche un terrorista, pronto a farsi saltare in aria per i finti valori in cui crede: la metafora tra il kamikaze rabbioso e la rabbia del cantante, nociva quanto una bomba, è davvero molto potente. Non volevo sprecarla così la mia rabbia, canta il rapper che, effettivamente, appare pieno di grinta, forza, emozione. La melodia è nuova per le corde di Anastasio: tante chitarre elettriche, un suono sporco, graffiato che amplia il repertorio dell’artista napoletano, alla ricerca di un nuovo sound. Tant’è che il rapper ha dichiarato di essersi ispirato ai Rage Against The Machine e alle loro sonorità dure, da heavy metal e grunge.
La performance di Anastasio è estremamente convincente: ottimo testo, buona base melodica, il giovane cantante campano interpreta alla perfezione la rabbia che canta. “Voi volete sapere dei miei fantasmi, c’ho 21 anni posso ancora permettermi di incazzarmi”, l’incipit del brano, promosso a pieni voti dalla critica e apprezzato anche dalla giuria demoscopica. E ancora: “Aspetto sto momento da un’intera vita, Sono nato per esplodere, Comincia a correre”. Al ritornello “Panico, panico, panico” il pubblico inizia perfino a canticchiare. Ne ha fatta di strada questo ragazzino di Meta di Sorrento che, soltanto due anni fa, ha vinto X Factor e ora si ritrova tra i big della canzone italiana, candidato alla vittoria finale, con un genere di musica non propriamente popolare tra gli addetti ai lavori di Sanremo. Molto dipenderà dal duetto con la Pfm, atteso come esplosivo. Intanto Anastasio ha rifatto il look alla sua immagine social, colorando di rosso rabbia il suo profilo Instagram: si prepara certamente all’uscita del nuovo album, attesa tra un paio di giorni. Che vinca o non vinca Sanremo, di certo farà il sold out nel tour estivo.