Anastasio protagonista nella replica di Una Storia da Cantare con la “sua” Guerra di Piero. Un omaggio a Fabrizio De Andrè, che da sempre il cantante considera un vero e proprio simbolo dell’arte. In un’intervista realizzata dalla redazione de Il Secolo XIX lo scorso gennaio, Anastasio aveva confessato a cuore aperto la passione smisurata per Fabrizio De Andrè: “Le sue canzoni sono continua fonte di ispirazione per me. “Storia di un impiegato” è l’album che maggiormente mi ha segnato. “Il bombarolo” non è poi così diverso dal mio Sabotatore di “Rosso di rabbia”. Anche il personaggio di Faber fallisce: bramava il caos, invece il suo esplosivo, che distrugge il chiosco di giornali, fa solo notizia“. Tra le canzoni preferite di De Andrè, Anastasio menziona ‘La canzone del padre’. “Per me è tutto quello che dovrebbe essere l’arte. Ovvero il riuscire ad avere anche una dimensione di mistero, irraggiungibile”, aggiunge. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
ANASTASIO EMOZIONANTE AD UNA STORIA DA CANTARE
Tra le esibizioni più emozionanti di Una storia da cantare, il programma condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero su Rai Uno, che stasera ripropone la prima puntata dedicata a Fabrizio De André, c’è sicuramente quella di Anastasio. A differenza di tanti altri artisti, che spesso si limitano a fare la cover di questa o quell’altra canzone, il rapper reso celebre da X-Factor si è spinto oltre. Egli ha infatti deciso di rivisitare, ma forse sarebbe meglio dire “completare”, uno dei capolavori di Faber. Nessuna spocchia o arroganza da parte del rapper, soltanto la volontà di fornire un altro punto di vista, quello solitamente dimenticato, all’interno di una delle canzoni più rappresentative del repertorio di Fabrizio De Andrè: “La guerra di Piero”, che per Anastasio diventa “La guerra di Martin”.
ANASTASIO A “UNA STORIA DA CANTARE”
Protagonista del rap di Anastasio è appunto Martin, “l’austriaco fucile in braccio, magro con gli occhi di ghiaccio”. Stessi sentimenti provati da Piero, protagonista del testo di De André: a differenziarli soltanto la parte della barricata per la quale si combatte. Un tentativo certamente riuscito di onorare la memoria del cantautore di Pegli, quello di Anastasio, che in un’intervista concessa qualche tempo fa a Il Secolo XIX non ha nascosto la sua stima profonda nei confronti di De André, definendolo addirittura un “padre”: “Le sue canzoni sono continua fonte di ispirazione per me. “Storia di un impiegato” è l’album che maggiormente mi ha segnato. “Il bombarolo” non è poi così diverso dal mio Sabotatore di “Rosso di rabbia”. Anche il personaggio di Faber fallisce: bramava il caos, invece il suo esplosivo, che distrugge il chiosco di giornali, fa solo notizia. Brano preferito? La canzone del padre”. Per me è tutto quello che dovrebbe essere l’arte. Ovvero il riuscire ad avere anche una dimensione di mistero, irraggiungibile”.