A poche ore dalla tragedia del sottomarino Titan, implosione che ha causato la morte immediata dei 5 occupanti, l’imprenditore italiano a Mosca, Lanfranco Cirillo, noto anche come l’architetto di Putin, ha svelato che anche lui sarebbe dovuto essere nel batiscafo. “Conosco da due anni Hamish Harding, un uomo sorridente e pieno di vita. Ci ha sempre unito l’amore per la natura e l’avventura. Anche lui era come me un aviatore e un appassionato di esplorazioni: abbiamo condiviso i viaggi al Polo Sud e avevamo in programma una spedizione al Polo Nord io con il mio elicottero e lui con un piccolo Cessna”, racconta l’architetto di Putin, come si legge sul sito de IlGiornale.it.
Due anni fa fu invitato a scendere a 11 km di profondità, nella fossa delle Marianne: “Ma purtroppo a causa di miei problemi personali non fui in condizione di andare – ha raccontato ancora Cirillo -. Mi chiamò due mesi fa per chiedermi se volessi andare a vedere il Titanic. Ero tentato e se non avessi avuto una Red Notice internazionale e questa situazione legale, sarei andato. Lo ringraziai e gli dissi che non potevo viaggiare a causa delle questioni giudiziarie che stavo affrontando”.
LANFRANCO CIRILLO DOVEVA ESSERE SUL TITAN: “HAMISH UN MIO AMICO…”
Quindi Lanfranco Cirillo, architetto di Putin, ha aggiunto: “Oggi sono qui a rimpiangere l’amico avventuriero, con cui condividevo l’appartenenza al World Explorer club di New York. Sui giornali si parla di questi ricchi viaggiatori quasi con sufficienza, però ci tengo a ricordare che senza il loro sostegno finanziario molte spedizioni non sarebbero possibili. Hamish, come me, non solo ha fornito finanziamenti, ma ha anche messo a repentaglio la propria vita per rendere possibili esperienze altrimenti irrealizzabili. Un saluto amico mio, hai lasciato questo mondo facendo quello che amavi, regalando un prezioso insegnamento alle future generazioni: che la vita è curiosità”.
Cirillo fa riferimento al miliardario britannico Hamish Harding, noto per le sue imprese avventurose, a bordo del Titan assieme a Stockton Rush, ad della Ocean Gate, l’azienda che gestiva il sottomarino, quindi Shahzada e Suleman Dawood, padre e figlio di una ricchissima famiglia pakistana, e infine il francese Paul-Henri Nargeolet, fra i massimi esperti al mondo sul Titanic.