Le donne cacciavano, proprio come gli uomini. La rivelazione, come riportato da Repubblica, arriva dalle bioantropologhe americane Sarah Lacy e Cara Ocobock, le quali hanno abbattuto una tesi sessista che sosteneva il contrario. Già la scorsa estate uno studio aveva dimostrato che su 63 società rilevate nella preistoria, il 79% vedeva la partecipazione femminile in questa attività. Adesso è arrivata la conferma.



Il nuovo studio, pubblicato su American Anthropologist, ha evidenziato che “la tesi dell’uomo cacciatore, prevalente dal 1968, va contraddetta”. Per le due ricercatrici, la letteratura scientifica sulla vita nell’era Paleolitica (da 2,5 milioni a 12.000 anni fa) non mostra una rigida divisione del lavoro tra sessi nella caccia. “Anzi: se guardiamo le sepolture rituali, dove il corpo era accompagnato da strumenti, non vediamo differenze”, sottolinea Lacy. “E i resti scheletrici dell’antichità, ad esempio quelli dei Neanderthal, mostrano gli stessi tipi di logoramenti, di traumi e di fratture sia negli uomini che nelle donne, indizio che entrambi svolgevano le stesse attività: cacciare e raccogliere bacche”.



Anche le donne cacciavano nella preistoria: il nuovo studio

È emerso dallo studio condotto da Sarah Lacy e Cara Ocobock che non soltanto anche le donne cacciavano, ma che talvolta erano persino più brave degli uomini. È il caso delle componenti del popolo Martu, in Australia, e di quelle del popolo Matsi, nell’Amazzonia. Il motivo potrebbe essere anatomico. “La donna, per la sua fisiologia, è particolarmente adatta ai lunghi inseguimenti di animali. Un punto di forza in questo senso sono gli estrogeni: facilitano l’uso degli acidi grassi come riserva di energia, con benefici per le attività che richiedono resistenza”, hanno rivelato le ricercatrici.



Ma non solo. “I muscoli delle donne hanno più acidi grassi. Ciò le rende meno sensibili alla fatica sulle grandi distanza. Infatti riescono meglio degli uomini a tenere una velocità costante durante le corse di 10 km e le maratone”. Il mito di Diana, dea della caccia, potrebbe non essere dunque soltanto un mito.