Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio (madre della piccola Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 a soli quattro anni d’età), è intervenuto nel corso della puntata odierna della trasmissione di Rai Due “Ore 14”, commentando i fatti di cronaca delle ultime ore (omicidio di Aldo Gioia e ritrovamento del corpo di Peter Neumair): “Sono sconvolto sotto il profilo sociale – ha asserito -. Oggi abbiamo una quantità di casi di questo genere ravvicinati. C’è una crisi nelle famiglie che si sta aggravando e la nostra società deve rieducare queste persone, non farle marcire in carcere”.



Per poi aggiungere: “Questo è un fenomeno sociale grave, che va affrontato nelle sedi opportune. Bisogna cogliere questi segnali già a scuola, non è possibile avere professori orientati a volte solo all’aspetto nozionistico. Noi dobbiamo capire se vogliamo la dittatura o la democrazia: se vogliamo la seconda, l’avvocatura è certamente il segnale più importante. Anche il peggior assassino ha diritto a essere difeso nella libertà, non deve per forza avere un avvocato dello Stato, ma un legale libero nel suo modo di agire”.



FRAZZITTA: “SPESI MILIONI DI EURO PER INDAGINI SU DENISE PIPITONE”

L’avvocato Giacomo Frazzitta, a “Ore 14”, in merito all’assassinio di Aldo Gioia, ha asserito: “Oggi abbiamo assistito a delle intercettazioni di messaggi tra la figlia e il fidanzato, ma noi non sappiamo tutto il resto. L’estrapolazione e la valutazione di un singolo dato così a freddo può determinare una distorsione di tutta la vicenda. Chiaramente, sotto l’aspetto sociale questo fatto va commentato e valutato, ma non si può dire che debbano essere buttate le chiavi della cella”. Infine, un aggiornamento sul caso Denise Pipitone: “Negli anni per le indagini sono state spese decine di milioni di euro. È stata un’indagine molto costosa, un processo per cui chi ha governato la fase delle indagini voleva raggiungere l’obiettivo. Il problema è capire cosa non sia andato a buon fine. Non solo non si è raggiunta la verità processuale, ma c’è stato uno sperpero di denaro pubblico”. Intanto, in maniera informale, Frazzitta ha ricevutoi nomi di due donne sospettate, ma con il mio consulente non siamo riuscito ad accedere alla richiesta di ascolto dell’intercettazione telefonica, anche per via di un problema al software per la consultazione del fascicolo. Questa intercettazione risale al periodo in cui le stesse venivano gestite dal commissariato di Mazara del Vallo, prima che la dottoressa Angioni decidesse di portare tutto in Procura. Stiamo parlando dei primi sei mesi dell’indagine”.

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