AGNELLI: LA SUPER LEAGUE NON PUÒ PROSEGUIRE
“A essere franchi e sinceri, evidentemente la Super League non si può realizzare”: così Andrea Agnelli, intervistato da Reuters, ha parlato dell’uscita dei club inglesi dal progetto che lo vedeva come vice presidente. Una sconfitta, almeno per il momento, che potrebbe avere ripercussioni anche sulla sua figura: mentre Aleksandr Ceferin ha lodato la capacità di cambiare idea da parte delle sei inglesi che si sono ritirate, Agnelli potrebbe rischiare al pari di Florentino Perez ma al momento queste sono illazioni; quel che è certo è che se la metà dei club fondatori abbandona, la Super League evidentemente non si può realizzare.
Quello che è successo lo sappiamo: ieri sera il Manchester City ha emesso un comunicato ufficiale con il quale annunciava la volontà di uscire dal progetto, a cascata le altre cinque società inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United e Tottenham) lo hanno seguito e ora anche l’Inter si sarebbe chiamata fuori. Il motivo? Da capire: i tifosi avevano espresso la loro opinione contraria, Jurgen Klopp e Pep Guardiola si erano espressi allo stesso modo mentre i giocatori dei Reds avevano postato sui social un messaggio con il quale, pur dichiarando amore al club, dichiaravano il rifiuto di giocare la competizione.
LA SUPER LEAGUE SI FARÀ COMUNQUE?
E adesso, cosa succede alla Super League? Difficile capirlo. Nella serata di ieri l’organizzazione ha emesso un comunicato ufficiale con il quale parlava di “pressioni” esercitate sui club di cui sopra, costretti dunque ad abbandonare il progetto. Veniva comunque sottolineata la necessità di cambiare lo status quo del calcio europeo, e ribadita la conformità alle leggi della proposta Super League, “come è stato dimostrato oggi dalla decisione di un tribunale che la tutela dalle azioni di terzi”. I quali sarebbero ovviamente la Uefa e le federazioni nazionali, che avevano subito minacciato l’esclusione dalle loro competizioni; tuttavia l’intera storia resta da capire, perché anche l’uscita delle inglesi dal progetto appare quantomeno bizzarra se consideriamo che la Super League non possa essere nata sulla base di una semplice stretta di mano. Possiamo ipotizzare che esistano clausole nei contratti firmati, e che dunque abbandonare dopo sole 48 ore dall’annuncio non sia così all’acqua di rose; anche in questo caso però siamo nel campo dei pensieri, il quadro potrebbe essere più complesso di quanto appaia al momento e sicuramente lo è.