Andrea Cannavale, recentemente travolto dalla morte dopo il parto della sua compagna, Vincenza Donzelli, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Mattino”. Figlio del popolare attore Enzo, l’uomo ha innanzitutto raccontato che il piccolo dato alla luce dalla sua fidanzata per fortuna sta bene, ma si trova ancora in ospedale per gli ultimi accertamenti, dato che, in seguito a un parto difficile, il protocollo sanitario impone che il neonato venga tenuto in osservazione per un determinato lasso temporale. Appena avrà riacquistato un po’ di lucidità, Andrea Cannavale, congiuntamente alla famiglia della sua Vincenza, desidera creare “un’associazione culturale nel suo nome. Devo, anzi dobbiamo, portare avanti il lavoro straordinario che aveva messo in campo per valorizzare Napoli, la sua arte, i monumenti: era innamorata di questa città e voleva farla conoscere nel mondo”.
L’ultimo ricordo che l’uomo ha della sua dolce metà è di un week-end a Sperlonga, qualche settimana prima del parto: “Stava benissimo – ha raccontato –. Era felice, allegra, sorridente come al solito. Un fine settimana fantastico: mare, sole, gli amici di sempre. E poi ormai mancava davvero poco all’evento, l’idea di liberarsi di quel pancione sempre più ingombrante, e stringere finalmente il suo bambino tra le braccia, l’aveva resa raggiante. La sua gravidanza è stata perfetta, nove mesi senza un solo problema. Stava talmente bene che non ha mai smesso di
lavorare”.
ANDREA CANNAVALE: “GLI INQUIRENTI MI DEVONO DELLE RISPOSTE”
Sulla morte di Vincenza Donzelli c’è un’indagine in corso e gli inquirenti sono chiamati a stabilire cosa sia accaduto quella notte: “Lo ritengo un atto dovuto nei confronti di nostro figlio – ha detto Andrea Cannavale a ‘Il Mattino’ –. Quando un giorno mi chiederà come, e perché, è morta la madre dovrò necessariamente dargli una risposta”. La loro storia d’amore durava da circa un anno e la scoperta di un bambino in arrivo è avvenuta la sera della vigilia di Natale“Fece il test il 24 dicembre: positivo. Ricordo quel momento come una magia. Lei 43 anni, io 49, desiderosi di avere un bambino e consapevoli, entrambi, di essere riusciti a concepirlo con la persona giusta. Un piccolo miracolo sotto i nostri occhi”.
Andrea Cannavale ha sostenuto di non avere rimpianti, “se non quello che avrei voluto passare la vita con lei. Conservo invece la bellezza di questo anno trascorso insieme e la consapevolezza di aver contribuito a renderla felice. È stato un periodo esaltante, per me e per lei, troppo breve ma molto intenso. Stavamo sempre insieme. E insieme, il pomeriggio del 7 agosto, siamo arrivati in clinica per il ricovero. Lei più felice che mai, io divorato dall’ansia e dall’emozione. Chi lo avrebbe mai immaginato che di lì a poco mi sarei ritrovato solo. Solo a crescere il nostro bambino”.