Andrea Cassarà, indagato dalla Procura di Brescia per produzione di materiale pedopornografico, si difende dalle accuse attraverso una nota diffusa poche ore fa e riportata dall’Ansa. Assistito dall’avvocato Enrico Cortesi, l’ex campione azzurro di scherma, per cui il pm avrebbe chiesto il rinvio a giudizio, è accusato di aver tentato di filmare una minorenne durante una doccia negli spogliatoi di un centro sportivo bresciano. “Nessun video pedopornografico nel mio telefono“, ha dichiarato nella nota in cui ha spiegato anche il motivo della sua presenza nel posto in cui, secondo l’accusa, sarebbe accaduto il fatto.
La difesa dell’ex schermidore Andrea Cassarà: “Meri elementi indiziari”
Stando al quadro contestato all’ex campione, riporta Ansa, la minorenne che avrebbe denunciato ha 16 anni e avrebbe raccontato di aver visto un flash mentre si lavava nello spogliatoio del centro sportivo “San Filippo”. Lo stesso luogo in cui Andrea Cassarà, attraverso il recente comunicato, ha spiegato di trovarsi la sera del 20 ottobre dello scorso anno per l’organizzazione di una competizione regionale di scherma.
“Non ho mai posto in essere la condotta che mi viene contestata“, ha affermato l’ex schermidore che sottolinea come gli accertamenti tecnici disposti sul suo telefono avrebbero escluso la presenza di file pedopornografici. A suo avviso, nonostante l’assenza di prove, quindi di filmati di quel tipo nel suo cellulare, il pubblico ministero che ha chiesto il processo “ha voluto proseguire le indagini e ora mi contesta il tentativo sulla base di meri elementi indiziari“.