Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, è intervenuto nella serata di ieri, venerdì 19 novembre 2021, ai microfoni della trasmissione “Tg2 Post” per commentare l’evoluzione della curva dei contagi da Coronavirus nel nostro Paese. Innanzitutto, ha spiegato il politico, la Cabina di regia in programma la settimana prossima dovrebbe prendere alcune, importanti decisioni: “Innanzitutto, si dovrebbe prevedere la terza dose obbligatoria per le categorie per cui è già previsto l’obbligo vaccinale, come medici e operatori delle RSA. In più, ci potrà essere una riduzione della durata del Green Pass, che dovrebbe tornare a nove mesi”.
Nel prosieguo delle sue dichiarazioni, Costa ha chiarito che “abbiamo avviato un percorso prudente e graduale di ritorno alla normalità. Dobbiamo valutare il quadro epidemiologico, ma qualora qualche regione dovesse passare in arancione, con chiusura automatica di determinate attività alla sera come i ristoranti, magari si potrebbe limitare l’accesso ai soli vaccinati, così da non fermare nuovamente l’economia, che è appena ripartita”.
DOPO ANDREA COSTA, PARLA ANTONIO CASSONE (MICROBIOLOGO): “I FARMACI ANTIVIRALI SERVIRANNO SE…”
Sempre a “Tg2 Post” ha preso la parola Antonio Cassone, microbiologo e componente dell’American Academy of Microbiology. L’esperto, in particolare, ha commentato la situazione inerente alla sottovariante Ay 4.2, che si sta diffondendo in Inghilterra: “È una sottovariante di Delta, che non ha proprietà così tanto differenti da quella originale. Potrebbe magari avere un livello di trasmissione più alto, ma non di molto, e potrebbe avere qualche piccola quota in più di resistenza agli anticorpi. Delta e le sue varianti non differiscono dal loro ambito d’origine”.
Dopo avere ribadito che “dobbiamo somministrare le terze dosi e stanare i 7 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la prima”, Costa si è concentrato sui farmaci contro il virus SARS-CoV-2: “Il Molnupiravir e pillola Pfizer sono antivirali che possono essere presi a livello domiciliare e ambulatoriale, ma solo entro i primi 5 giorni dal contagio, meglio se entro i primi 3. Un’altra arma sarà l’auspicabile approvazione del vaccino proteico Novavax, un siero classico, elaborato sulla falsa riga di quello contro l’epatite”.