Andrea Costa, sottosegretario del Ministero della Salute, ha preso la parola nel corso della puntata di Tg2 Post, trasmissione di Rai Due andata in onda nella serata di ieri, venerdì 5 novembre 2021. Subito il politico è stato sollecitato sulla questione relativa alla possibile introduzione del lockdown per i non vaccinati: “Se non dovessimo giungere al 90% delle immunizzazioni, non c’è dubbio che dovremo osservare attentamente cosa accadrà nelle prossime settimane, sperando che i cittadini che non hanno ancora fatto una prima dose capiscano l’importanza della vaccinazione – ha esordito –. Faremo le valutazioni a ridosso della scadenza dello stato d’emergenza”.

Costa ha spiegato che verso la fine dell’anno ci troveremo davanti a un bivio e potremmo anche pensare all’introduzione di un obbligo vaccinale per alcune categorie professionali. Io credo che molti concittadini abbiano paura e preoccupazioni nei confronti del siero: comunque, a ridosso del 31 dicembre faremo riflessioni e approfondimenti, valutando il quadro epidemiologico e l’andamento dei contagi. Saremo pronti a prendere qualsiasi tipo di decisione e a raggiungere il traguardo”.

ANDREA COSTA: “NON POSSIAMO PIÙ PARLARE DI IMMUNITÀ DI GREGGE”

Nel prosieguo della sua intervista, Andrea Costa ha commentato anche la questione Green Pass, evidenziando il fatto che “il sistema odierno prevede la durata di 12 mesi della carta verde per coloro che si sono sottoposti alla doppia dose di vaccino. Nel momento in cui verrà somministrata la terza dose. si rigenererà nuovamente il Green Pass, Abbiamo messo a punto un sistema semplice per il cittadino, a cui stiamo chiedendo un nuovo contributo, ma stiamo affrontando una fase delicata e decisiva, che dobbiamo attraversare con buonsenso e senza allarmismi. A proteggerci è il vaccino, non il tampone”.

Infine, il sottosegretario alla Salute si è soffermato su uno degli aspetti più dibattuti e chiacchierati negli ultimi due anni, contrassegnati purtroppo dalla pandemia: “Non possiamo più parlare di immunità di gregge, ma dobbiamo arrivare a una convivenza con il virus che non provochi più morti e ricoveri in terapia intensiva. Dobbiamo ringraziare la scienza per averci messo a disposizione il vaccino”.