Coinvolto nello scandalo Qatargate, Andrea Cozzolino parla per la prima volta dopo nove mesi. In attesa di capire le contestazioni – generica accusa di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio – il dem si è soffermato sull’esplosione del caso, legata all’immediata sospensione ordinata dal Pd: “Comunicandomelo via stampa e senza che avessi ricevuto un avviso di garanzia. Mi attendevo più rispetto per un parlamentare che ha sempre svolto la sua attività con disciplina ed onore. È stato disumano, indecente”.
Sostenuto dalla famiglia e da colleghi come Franco Roberti e Massimiliano Smeriglio, Cozzolino ha ripercorso quanto accaduto, dalla rimozione dell’immunità all’arresto: “Era proprio necessario? Soprattutto dopo che avevo comunicato alla magistratura, più volte, la disponibilità ad essere interrogato e chiesto io stesso alla commissione Juri di revocare l’immunità parlamentare? Ho fatto 4 mesi di domiciliari inutili, senza che arrivasse un solo nuovo elemento dalle indagini”.
La versione di Cozzolino
“Sembrava dovesse crollare il Parlamento europeo, con decine di parlamentari coinvolti, grandi flussi finanziari… e poi? Tutto si è ridotto a poche persone, che pure a voler credere alle accuse, che ad oggi sono senza riscontri, non avrebbero avuto la benché minima possibilità di influenzare le attività parlamentari”, ha proseguito Cozzolino nel dialogo con il Corriere. L’esponente dem ha poi risposto così alle accuse di Panzeri: “Dice che ho preso soldi? Se fosse vero, dovrebbe saper dire anche dove, come, quando e perché. È una volgare falsità per rendere credibile il suo racconto. La mia storia finanziaria è trasparente, ho sempre condotto una vita molto sobria”. Dopo aver smentito un incontro a Doha nel 2019, Cozzolino ha parlato così dei rapporti con Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino a Varsavia: “Mai avuto un euro da Atmoun. Con lui c’è stato un rapporto di collaborazione politica e di amicizia basato sul pieno rispetto reciproco. Stiamo parlando di un alto diplomatico”.