Non usa mezzi termini il professore dell’università di Padova, Andrea Crisanti: se i contagi aumenteranno di molto bisognerà fare qualcosa di serio. Intervenuto in collegamento con il programma di La7, Piazza Pulita, noto talk show politico e di approfondimento, il “padre” della task force della regione Veneto nella fase 1 ha spiegato: “Un numero di contagi che mi preoccuperebbe? Ai primi di marzo eravamo probabilmente a 40-50 mila casi giornalieri. Adesso siamo molto lontani da allora. Penso che se arrivassimo a 7-8 mila casi al giorno dovremmo prendere provvedimenti”. Quindi Andrea Crisanti ha spiegato che il lockdown tornerà solamente nel caso in cui i comportamenti non saranno consoni all’epidemia in corso: “Il rischio di lockdown si presenterà se i comportamenti non saranno adeguati a contenere la trasmissione del virus e se non riusciremo a tenere testa alla capacità di tracciare e testare tutte le cosiddette catene del contagio. Se, cioè, non si faranno i tamponi a tutte le persone coinvolte in un focolaio”.
ANDREA CRISANTI: “EFFETTO SCUOLA? ANCORA PRESTO”
Nella giornata di ieri si è registrato il record di contagi da maggio, ben 2.500 in un solo giorno, ma a fronte di un record di tamponi, 118mila in 24 ore. Andrea Crisanti invita comunque alla cautela, evitando eccessivi allarmismi: “Se siamo passati da 1.800 a 2.500 casi in un giorno può anche essere occasionale, dobbiamo vedere cosa succede nei prossimi giorni. Bisogna vedere la dinamica, più che l’aumento da un giorno all’altro”. Non è da escludere che l’impennata dei contagi possa essere collegata alle riaperture delle scuole, anche se sembrerebbe essere ancora presto per vederne gli effetti, tenendo conto che le prime lezioni sono ricominciate in Alto Adige il primo settembre, e che gran parte delle regioni ha riaperto i cancelli il 14: “Tutti hanno concordato che l’effetto della riapertura delle scuole – ha detto a riguardo il virologo Andrea Crisanti – si sarebbe visto dopo 4-5 settimane, quindi nei prossimi giorni vedremo se questo aumento si ripete e se potremo collegarlo alle scuole”.