Andrea Crisanti, noto virologo e direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, è intervenuto in queste ore ai microfoni della trasmissione di Radio Cusano Campus “L’Italia s’è desta”, al fine di fare il punto della situazione sulla pandemia di Coronavirus in Italia, con particolare riferimento ai vaccini e alle varianti. Il professore ha innanzitutto rammentato come chi è vaccinato con una singola dose di siero anti-Covid possa comunque sviluppare una malattia grave a causa della variante Delta, sebbene sebbene con frequenza minore rispetto a un non vaccinato.



Soprattutto, Crisanti ha rimarcato come sia pericolosissimo, a suo giudizio, far correre in totale libertà la variante Delta: “Si possono creare nuove varianti più resistenti al vaccino. Questo virus è a un passo da quella situazione, perché è un virus a elevata trasmissibilità, in grado di far ammalare chi ha fatto una sola dose e in piccola parte anche chi ha fatto le due dosi”. Ecco perché la decisione assunta dalla Gran Bretagna, dove la mortalità è aumentata di dieci volte, di riaprire tutto dal 19 luglio, eliminando mascherine e distanziamento sociale, rappresenta un grande rischio: “Non capisco chi dice che adesso bisogna guardare solo i dati di ricoveri e decessi: è come guardare solo i fotogrammi di inizio e fine di un film anziché guardarlo tutto, significa non avere cognizione di ciò che avviene sui territori e andare alla cieca”.



ANDREA CRISANTI: “COVID, IL PROBLEMA NON SI RISOLVE DEL TUTTO CON I VACCINI”

Sulle frequenze di Radio Cusano Campus, il dottor Andrea Crisanti ha voluto rimarcare che con il vaccino il problema del Coronavirus non si risolva del tutto, in quanto si tratta di un virus che cambia continuamente e il mondo “non ha la capacità di aggiornare i vaccini alle varianti alla velocità con cui muta SARS-CoV-2”. Infatti, Crisanti ha precisato che per riformulare il vaccino occorrono “un paio di mesi” e “mezzo anno per distribuirlo, ma nel frattempo il virus ha galoppato. Una cosa è vaccinare centinaia di migliaia di persone all’anno per l’influenza, altra cosa è vaccinare ogni anno decine di milioni di persone”.

L’errore, pertanto, a giudizio del professore, è stato commesso a livello politico: quando l’Inghilterra ha lanciato l’allarme su questa variante, si sarebbe dovuto impedire che essa arrivasse in Italia, con controlli in entrata e in uscita. “Ma il problema è europeo – ha aggiunto –, perché se ogni Paese fa come gli pare, e in Italia ogni Regione fa come gli pare, diventa un casino incredibile. Ci sono Paesi che sono Covid-free pur non avendo vaccinato la popolazione in massa, come la Nuova Zelanda e la Corea del Sud, che hanno semplicemente implementato politiche per limitare la trasmissione di questo virus”.