Andrea Crisanti, microbiologo e volto noto delle trasmissioni televisive in quest’epoca difficile, contrassegnata dalla pandemia di Coronavirus, è intervenuto su Rai Tre ai microfoni di “Agorà Estate”, commentando come segue la festa dei tifosi dell’Italia nelle piazze del Belpaese dopo la vittoria degli Europei 2020: “Fra una settimana dovremmo essere in grado di valutare l’impatto dei festeggiamenti sui contagi. Personalmente non sono stato in piazza a fare caroselli, c’è stato mio figlio. Ero a Lucca per un convegno, ma sono stato contento di vedere la gente festeggiare per strada, in quanto i vaccini funzionano e ci permettono queste manifestazioni di gioia e la ripresa di altre attività”.
Crisanti ha poi detto di essere stato molto contento per il successo degli Azzurri e, avendo vissuto 25 anni in Inghilterra, ha rivelato di avere sfruttato al massimo questa vittoria per prendere in giro i suoi amici residenti Oltremanica. Poi, l’esperto ha ricordato che la lotta contro SARS-CoV-2 purtroppo non è finita, e che sarebbe un peccato arrivare a questo autunno e avere ancora il problema della trasmissione: “Più persone si vaccinano, meno avremo la possibilità di un lockdown. L’immunità di gregge non sarà raggiunta facilmente con la variante Delta, se non ci vaccineremo tutti. Essa tende anche a infettare le persone vaccinate con una sola dose”.
ANDREA CRISANTI: “SCUOLE IN PRESENZA”
Ad “Agorà Estate”, Andrea Crisanti ha asserito che sicuramente, ad oggi, la variante Delta del Coronavirus è la mutazione più pericolosa emersa, in quanto risulta essere molto trasmissibile e da Israele hanno comunicato che la protezione con due dosi di siero Pfizer è pari al 70%. In ogni caso, grazie ai vaccini e alle precauzioni, l’Italia ripartirà, incluso il settore scolastico: “È importante che ci siano le condizioni per andare a scuola, in quanto sarebbe una tragedia se negassimo ai nostri ragazzi le possibilità di apprendimento insieme”.
La Dad, a detta di Crisanti, svantaggia i più deboli: “Siamo tutti nella stessa tempesta, ma non siamo sulla stessa barca. È avvantaggiato chi ha i genitori a casa, chi ha la copertura di rete e chi dispone di tecnologie domestiche. Una divisione sociale da azzerare, ristabilizzando la continuità didattica”. Nel frattempo, il virus purtroppo cambia, evolve, dunque “pensare di basare tutto sui vaccini senza pensare di controllare la trasmissione non rappresenta per me l’approccio corretto. La variante Delta è a un passo dal diventare una variante resistente ai vaccini. Bisognerebbe combinare la campagna vaccinale e rafforzare la capacità di tracciamento”.