Andrea Crisanti, noto microbiologo, è intervenuto nella serata di lunedì 9 agosto 2021 ai microfoni della trasmissione di La 7 “In Onda”, al fine di dire la sua sulle questioni collegate all’emergenza sanitaria, ergo i vaccini e il Green Pass. Partendo proprio da quest’ultimo tema, l’esperto ha sottolineato che la certificazione verde costituisce un incentivo alla vaccinazione, ma non può essere considerato uno strumento di sanità pubblica. “Su questo aspetto vorrei fare una precisazione – ha aggiunto il professore –: non è vero che si creano ambienti più sicuri con il Green Pass, perché le persone vaccinate possono comunque contrarre il virus SARS-CoV-2 e infettarsi. È una bufala pazzesca della politica!”.
Dichiarazioni forti e senza filtri, che hanno suscitato l’intervento di uno degli ospiti in studio, il giornalista Paolo Mieli, il quale ha dato ragione a Crisanti, motivando le sue parole: “Certo, è la vaccinazione che aumenta la sicurezza non il Green Pass. Non deve passare l’idea che, in possesso di quest’ultimo, si possa fare ciò che si vuole. Già in molti faticavano a capire che si corrono rischi anche da vaccinati, figuriamoci ora cosa potrebbe accadere…”.
ANDREA CRISANTI: “LA TRASPARENZA È LA MISURA DEL RISPETTO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI”
In merito alla truffa delle carte verdi, vendute su gruppi Telegram a importi decisamente elevati, Andrea Crisanti si è detto sbigottito: “Rimango stupefatto dal numero di persone disposte a pagare fino a 500 euro per entrare in possesso di una certificazione falsa. Allora qualche controllo bisognerà giocoforza predisporlo, altrimenti si rischia di non fare rispettare la legge e di trasmettere l’idea di uno Stato debole”.
In merito invece all’assalto alla sede della BBC ad opera di manifestanti no vax, il microbiologo ha asserito che si tratta di un attacco “frutto di una mancanza di coraggio nel dire la verità e nell’andare incontro alle paure e ai dubbi della gente. In molti, ad esempio, si chiedono quali siano gli effetti a lungo termine della vaccinazione. Bisogna dire loro chiaramente che non lo sappiamo, ma che non conosciamo neppure quelli collegati agli altri vaccini”. Insomma, la parola d’ordine deve essere onestà, dal momento che “la trasparenza è la misura del rispetto nei confronti degli altri”.