Intervenuto a Oggi è un altro giorno, Andrea Crisanti è tornato sulla querela per diffamazione presentata dall’Azienda Zero a proposito dei tamponi rapidi. Ecco le parole del microbiologo: «Non mi sono paragonato a Galileo Galilei, ho voluto mettere in risalto l’assurdità della vicenda. La situazione è paradossale, da più di 400 anni una Procura non si occupava di capire se un’affermazione scientifica ledeva la dignità del potere».



Andrea Crisanti si è poi soffermato sulle parole di Zaia: «Non ho mai dato un giudizio morale sulle persone, ho detto solo che determinate scelte erano sbagliate. Nessuno mi ha mai denunciato e nessuno ha mai denunciato gli esperti che si sono aperti nitidamente anche a volte in maniera molto netta su determinate scelte». L’esperto ha poi aggiunto: «Se mi sento perseguitato? Non mi sento nulla, boh, non so che dire: se la Procura deciderà di procedere, sarà un’opportunità per fare vedere a tutti che le affermazioni che ho fatto erano basate su dati scientifici incontrovertibili». (Aggiornamento di MB)



ANDREA CRISANTI QUERELATO: COS’É SUCCESSO

Il microbiologo dell’università di Padova Andrea Crisanti, colui che durante la prima ondata riuscì di fatto a contenere il covid in Veneto grazie a “tamponi a tappeto”, è indagato dalla procura padovana per diffamazione. A presentare l’esposto nei confronti del camice bianco è stato il direttore generale dell’azienda sanitaria veneta, l’Azienda Zero, a seguito delle critiche che lo stesso Crisanti aveva sollevato sui test rapidi utilizzati appunto in Veneto. “Non ci voglio credere e mi sembra assurdo – commenta lo stesso luminare parlando con i microfoni dell’Adnkronos – è dai tempi di Galileo che una procura non si occupa di giudicare un articolo scientifico”.



Secondo il direttore dell’istituto di microbiologia dell’Università di Padova, coloro che hanno presentato questa denuncia “Si stanno coprendo di ridicolo”, per poi aggiungere “Credo sia la prima volta che un argomento scientifico viene usato a scopo diffamatorio”. Crisanti è stato interpellato anche dal Corriere della Sera, e in merito alle dichiarazioni sull’inaffidabilità dei test rapidi rilasciate a Report, che hanno poi scatenato il polverone, ha detto: “Sono sorpreso, non ho detto nulla, ho semplicemente parlato dei risultati di un accertamento diagnostico da me condotto all’ospedale di Padova e che dimostra come i test antigenici rapidi non intercettino il 30% dei positivi”.

CRISANTI INDAGATO DOPO QUERELA: “SE QUALCUNO DEVE RISPONDERE DEI COMPORTAMENTI QUESTO ER’ FLOR”

Secondo Luciano Flor, direttore generale della Sanità regionale ed ex dell’Azienda ospedaliera di Padova, lo studio a cui fa riferimento il microbiologo di Padova non esisterebbe: “Il 21 ottobre 2020 io l’ho consegnato a lui – ribatte Crisanti – all’allora direttore sanitario Daniele Donato e alla responsabile della Prevenzione in Regione, Francesca Russo”. Il medico dell’ateneo padovano si dice “esterrefatto”, ma nel contempo pronto a difendersi “nelle sedi opportune”, ribadendo: “E’ dai tempi di Galileo che un articolo scientifico non costituiva un reato d’opinione”. Quindi Crisanti ‘spedisce al mittente’ la querela: “Se qualcuno deve rispondere del proprio comportamento è proprio Flor, che nel fuori onda diffuso da Report dichiara il falso. Sulla vicenda si deve pronunciare la magistratura, sono contento che indaghi”.