Lockdown fino a Natale inevitabile per Andrea Crisanti, che ai microfoni de La Stampa ha ribadito la necessità delle chiusure per evitare tante altre vittime. Il virologo ha spiegato che è tardi per il contact tracing e per questo motivo ora è fondamentale diminuire i contatti personali, fino ad arrivare a chiusure via via più estese. Il sistema è saturo, ha messo in risalto il padre del “modello Vo”, che ha spiegato il ragionamento delle sue previsioni: «Per ogni nuovo contagiato è necessario identificare in media tra le 15 e le 20 persone con le quali è venuto a stretto contatto. Con oltre settemila nuovi casi di positività dovremmo rintracciare e mettere in isolamento domiciliare 140 mila persone. Invece leggo che nelle ultime 24 ore ne sono finite in quarantena appena 1.300. Vuol dire che il 95% di quelle persone potenzialmente infette circola liberamente per il Paese. E’ la Caporetto della prima linea difensiva, il contact tracing».



Andrea Crisanti: “Avremmo dovuto varare un piano massiccio di tamponi”

Andrea Crisanti è poi tornato sul suo piano da 300 mila tamponi al giorno, spiegando che con 40 milioni di euro potrebbero essere acquistati i macchinari capaci di processare più tamponi in meno tempo e con minor uso di reagenti, replicando quanto avvenuto a Padova. Il microbiologo ha poi spiegato cosa sarebbe stato necessario fare prima che la situazione sfuggisse di mano: «Varare un piano nazionale di sorveglianza con investimenti massicci per aumentare il numero dei tamponi. Quelli veri, non questi rapidi che hanno ancora una sensibilità bassa e non vanno bene in situazioni come quelle di una classe dove ci sia un positivo ed è necessario invece testare tutti con il tradizionale tampone molecolare. Quelli rapidi funzionano per gli screening, che sono un’altra cosa. Tipo: testo tutta una scuola per capire se e quanto virus vi circoli».

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