Andrea Crisanti, noto virologo, è intervenuto nel corso della puntata di “In Onda”, programma di La 7 trasmesso nella serata di ieri, lunedì 23 agosto 2021, per dire la sua sulla possibile introduzione dell’obbligo vaccinale in Italia. Una riflessione che ha fatto seguito alla notizia dell’approvazione definitiva del siero Pfizer da parte della Food and Drug Administration statunitense, step che, secondo l’esperto, pone fine a qualsiasi tipologia di tesi contraria alla somministrazione del siero perché ritenuto “sperimentale”: “Un vaccino approvato, di fatto, certifica che non ci sono rischi per le persone che si sottopongono alla vaccinazione, quindi anche l’eventuale obbligo introdotto da parte della politica viene giustificato”.



Al di là di qualsiasi convinzione e delle evidenze numeriche, che rilevano con innegabile precisione quanto i tassi infettivi connessi alla pandemia di Coronavirus nel nostro Paese si siano livellati verso il basso, non va dimenticato che la stagione autunnale è ormai alle porte e dal mondo della scienza provengano numerosi appelli alla vaccinazione, onde evitare un carico da 90 sulle terapie intensive tra ottobre e novembre che metterebbe letteralmente in ginocchio la rete nosocomiale nazionale.



ANDREA CRISANTI: “PROTEZIONE CON VACCINO FONDAMENTALE IN VISTA DELL’AUTUNNO”

Nel prosieguo del suo collegamento audiovisivo con la trasmissione di La 7 “In Onda”, condotta da Concita De Gregorio e da David Parenzo, Crisanti ha asserito che il caso della Sicilia dimostra cosa succede quando non si raggiungono livelli importanti di protezione dal virus. La domanda, a quel punto, è sorta in maniera del tutto spontanea: a novembre quale tipologia di protezione avremo?

A fornire una risposta è stato lo stesso microbiologo, il quale ha dichiarato esattamente quanto segue: “Dipende dalla durata delle vaccinazioni. Ancora non si sa se la loro efficacia persista per più di 10 o 12 mesi. Poi, dipende dalla percentuale di persone vaccinate (più essa è elevata, più diminuisce il contagio e la circolazione di SARS-CoV-2) e, infine, dalla presenza di varianti resistenti ai preparati anti-Covid. Noi possiamo vaccinare più persone possibili con cosa abbiamo. Se la terza dose sarà necessaria, dovremo attrezzarci per farla”.