Quale vaccino è più efficace in termini di durata? Questa è una delle domande più gettonate da inizio 2021, quando la campagna vaccinale ha lentamente preso il via in Italia prima per i sanitari e successivamente per i fragili. Oggi, dieci mesi dopo e con tre dosi all’attivo, a rispondere a questa domanda ci ha provato Andrea Crisanti. Il microbiologo dell’università di Padova, ospite a Piazza Pulita in onda su La7, ha detto la sua in base ai dati scientifici nelle sue mani, ma a sorprendere è l’allarme lanciato sul siero Johnson&Johnson.
“Pfizer e Moderna sono vaccini che più o meno si equivalgono, AstraZeneca a due dosi segue di poco indietro e poi a mio avviso c’è la cosa veramente particolare del vaccino Johnson&Johnson che dopo due mesi non protegge quasi più. Tutto questo obiettivamente dovrebbe sorprenderci tutti, anche perché questa vaccinazione è stata iniziata quando già Johnson&Johnson era a conoscenza dei limiti del vaccino” ha denunciato Crisanti. Il conduttore della trasmissione Corrado Formigli è rimasto a bocca aperta, con Crisanti che non ha potuto fa altro che annuire.
Crisanti: “J&J deve spiegazioni, sul Green pass…”
Nel corso dell’intervento a Piazza Pulita Andrea Crisanti ha poi aggiunto: “La FDA in America si è affrettata a rettificare le condizioni dell’approvazione imponendo la seconda dose, non so perché noi siamo andati dritti. È una cosa da chiedere a Johnson&Johnson perché hanno finito la sperimentazione a due mesi, a tre mesi aveva i dati e noi abbiamo cominciato a vaccinare con questo siero mentre Johnson&Johnson era consapevole della limitata durata della vaccinazione. Questa è una cosa da chiedere ai loro dirigenti”.
Il microbiologo ha poi detto la sua sul Green pass: “Ha dato una spinta alla vaccinazione, quindi indirettamente ha aumentato il livello di protezione. Che sia più o meno una misura coercitiva sicuramente lo è, non ci sono dubbi. Vedo l’effetto positivo sulla vaccinazione, altri ritengono che la componente coercitiva è un prezzo che non deve essere pagato, ma questa è opinione con risvolti politici. Al Cts e al ministro della Sanità direi che se vogliamo dare al Green pass una valenza di sanità pubblica allora deve essere allineato con la durata della protezione del vaccino. I dati dicono che dopo sei mesi l’efficacia del vaccino passa dal 95% al 40%, nello stesso periodo la protezione dalle complicazioni cala dal 90 al 65% e questi dati dimostrano il disallineamento tra durata del Green Pass e la durata della protezione. È assurdo che il Green pass sia valido 12 mesi. Se vogliamo ristabilire un livello di protezione per vulnerabili e anziani allora devono fare il prima possibile la terza dose, poi via via tutti gli altri a seconda della dimensione della trasmissione.