Il premier Conte firmerà questa sera il nuovo Dpcm
ma non mancano le polemiche, Andrea Crisanti boccia senza attenuanti il testo stilato dal Governo. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, il virologo ha dichiarato di non averci capito nulla, accendendo i riflettori su una serie di interrogativi: «Intanto mi pare manchi un automatismo preciso per cui a una determinata regione vengano imposte le chiusure. Il punto di cui si parla da settimane è sempre quello. Ora ho letto che ci sarebbero 21 criteri per decidere se una regione appartenga alla zona verde, arancione o rossa. Mi sembrano tanti, ma immagino che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale. Non vorrei che un provvedimento simile inducesse le Regioni a non essere totalmente trasparenti riguardo a questi dati». Andrea Crisanti ha messo in risalto che si tratta di dati facilmente manipolabili, semplici da truccare, con il rischio di ricoverare il meno possibile: per questo, ha spiegato il 66enne, dovrebbe essere il Governo a dare la linea.
ANDREA CRISANTI: “COPRIFUOCO ALLE 21 MI PARE INUTILE”
Andrea Crisanti
ha rimarcato che senza una strategia di tracciamento si rischia una terza ondata di contagi, ma c’è il forte rischio che il Governo stia perdendo tempo senza un piano per tenere bassi i nuovi casi positivi. Il virologo promuove il progetto delle tre fasce regionali – «se fosse presentato in modo chiaro» – mentre c’è qualche riserva sulle misure attuali: «Certamente chiudere bar e ristoranti è stato giusto, e trovo sensato lasciarli aperti a pranzo un po’ per chi lavora e un po’ perché non generano tanto traffico. Il coprifuoco alle 21 mi pare inutile già che è tutto chiuso e sembra solo demagogia. Ha senso invece limitare gli orari dei negozi e dei centri commerciali, così come i mezzi pubblici. Anche se mi domando: chi controlla che viaggino pieni al 50 per cento? Il problema è sempre lo stesso: bisogna fare poche regole semplici, severe e che le forze dell’ordine siano in grado di mantenere».