Al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto, in onda nella prima serata di oggi, il massacro del Circeo che sconvolse la cronaca nazionale nel 1975 rappresentando uno dei fatti di nera più orribili. Nel settembre di quell’anno, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due ragazze rispettivamente di 19 e 17 anni accettarono l’invito di tre ragazzi della Roma bene – Gianni Guido, Angelo Izzo, Andrea Ghira – credendo di prendere parte ad una festa. In realtà furono condotte in una villa a San Felice Circeo, torturate e violentate. Rosaria morì mentre l’amica Donatella riuscì a salvarsi fingendosi morta anche se per il resto della sua vita fu segnata da quell’evento così traumatico. Oggi, in primo piano vi è proprio uno dei tre aguzzini protagonisti del massacro del Circeo, ovvero Andrea Ghira. L’uomo ha passato la sua intera esistenza da latitante senza mai pagare il suo conto in sospeso con la giustizia. Adesso il caso è stato riaperto a distanza di anni dopo le richieste dei familiari delle vittime. Roberto, il fratello di Donatella Colasanti e Letizia Lopez, sorella di Rosaria hanno infatti deciso di rivolgersi alla Corte Europea per chiedere che l’Italia – che non ha mai cercato Ghira – venga sanzionata per non averlo perseguito. Una richiesta che giunge a 45 anni esatti da quel massacro le cui cicatrici resteranno per sempre impresse nel cuore e nella mente delle due famiglie.

ANDREA GHIRA, MASSACRO DEL CIRCEO: LE ACCUSE DEI FAMILIARI DELLE VITTIME

L’Italia non ha mai cercato Andrea Ghira, il terzo aguzzino del massacro del Circeo, e per questo deve pagare per non essere riuscita a punirlo con il carcere. E’ questa la dura accusa che arriva da parte dei familiari delle due vittime di quei fatti orrendi che hanno segnato la storia del nostro Paese. Letizia Lopez, sorella di Rosaria, in occasione del 45esimo anniversario del massacro, in una intervista a Fanpage aveva dichiarato nei mesi scorsi: “Dicono che è morto, ma io ho sempre pensato fosse a Roma, vivo e vegeto”. E rispetto al confronto tra il profilo genetico di Ghira con i resti trovati in Nord Africa aveva aggiunto: “Non ci credo al Dna”. La morte di Ghira fu sancita nel novembre del 2005 dopo il risultato del test. Era lo stesso anno in cui venne a mancare Donatella Colasanti, unica sopravvissuta al massacro e poi morta di cancro, la quale fino alla fine non ha mai creduto alla morte dell’aguzzino, pensandolo libero di circolare indisturbato per Roma: “È vivo ed è in città, quelli sepolti a Melilla (in Nordafrica) sono i resti di un suo parente, per questo il DNA è lo stesso”, commentò all’epoca. Dopo la strage, mentre Izzo e Guido furono arrestati, Andrea Ghira, l’ultimo dei tre neofascisti dei Parioli  riuscì a scappare facendo perdere per sempre la sue tracce.