Allenatore ed ex pallavolista, Andrea Giani è considerato uno dei grandi del volley internazionale. Icona della generazione di fenomeni, la sua carriera racconta una storia più unica che rara. Giani infatti cominciò come centrale per poi passare al ruolo di opposto e di schiacciatore laterale, dimostrando una duttilità sorprendente e un talento straordinario. Il padre di Andrea, Dario Giani, fu canottiere delle Forze Armate e fu proprio lui a trasmettere al figlio l’amore per lo sport, condividendo con lui soprattutto una mentalità vincente, che gli permise di ottenere ben settantanove vittorie su ottanta gare.



I primi passi nel volley Andrea Giani li mosse ai tempi delle scuole, con il maestro che vide in lui le capacità giuste per questo sport. Bruciò rapidamente le tappe e dal minivolley passò in Serie D fino al debutto in Serie A2 da giovanissimo. Nel corso della sua carriera ha indossato le casacche di Sabaudia, Parma, Daytona e Modena, oltre a brillare ovviamente con la nazionale azzurra.



Andrea Giani, da pallavolista a ct: “Ma il vero attore resta il giocatore”

Dopo aver scritto splendide pagine di sport da pallavolista, Andrea Giani è diventato allenatore. Dalla nazionale tedesca a quella francese, ha conquistato l’oro alla Volleyball Nations League, affermandosi come uno dei CT più interessanti nel panorama internazionale. Ma per lui, al centro, resta soprattutto il giocatore: “Lo dico in maniera non arrogante, però a volte l’allenatore è quasi inutile durante le partite, perché obiettivamente l’attore è il giocatore, chi comanda è il giocatore in quel momento”, spiega in una interessante intervista a Olympics.com.



“L’allenatore è determinante nella programmazione della preparazione, nel costruire il percorso di un giocatore, però la partita di per sé è molto diversa. L’aspetto dell’adrenalina è solo del giocatore. Un allenatore ha veramente un altro modo di approcciare la partita, che è proprio il momento dell’atleta. Mentre la settimana è il momento dell’allenatore. Sono due fasi diverse”, le sue parole.