Il professor Andrea Gori, stimato professionista della sanità non soltanto lombarda, primario delle Malattie infettive del Policlinico di Milano, ha cercato di rassicurare in merito alla nuova ondata di casi covid a cui stiamo assistendo in questi giorni, circa il 20 per cento in più di ricoveri in una sola settimana: “È vero che c’è un aumento di ricoveri causato dalla nuova variante Omicron 5 – le parole del camice bianco intervistato in esclusiva da Repubblica – che si differenzia poco rispetto alle precedenti ma contagia molte più persone perché non “vede” l’immunità indotta dal vaccino e dalla malattia. Vero è anche che i ricoveri salgono perché i casi sono molti più di quelli certificati. Io reputo che siano almeno il 40% in più di quelli dichiarati”.



Un dato che secondo Andrea Gori spiega così: “Le persone arrivano alla diagnosi con l’autotest, la gente ha imparato il fai da te, usa a casa l’antigenico, si mette in quarantena, si testa dopo tre o quattro giorni, e poi esce. Questo inficia le statistiche ufficiali. E spiega anche il numero di ricoveri più elevato dovuto a un alto numero di infetti. In reparto però abbiamo pazienti fragili, pluripatologici, nei quali il Covid non è il problema maggiore”.



ANDREA GORI: “RICOVERI DI QUESTI GIORNI NON SONO GRAVI”

non ci sarà comunque una nuova emergenza sanitaria grazie ai vaccini ed in particolare alla terza dose: “Per fortuna la stragrande maggioranza dei ricoveri i di questi giorni non sono gravi, pochi sono per insufficienza respiratoria severa. Questo succede perché le persone trivaccinate sono tantissime e la terza dose fa assolutamente la differenza. Per tutti, dà una maggiore protezione nel confronto dello sviluppo di forme gravi. I ricoveri ci sono, ma i pazienti reagiscono bene, pochi finiscono in Terapia intensiva”.

E soprattutto gli addetti ai lavori hanno oggi nuove armi per sconfiggere il covid, a cominciare dagli antivirali come il Paxlovid, passando per i monoclonali. “Certamente abbiamo molte frecce per il nostro arco. L’Aifa proprio in questi giorni ha modificato anche i criteri per l’uso di Evushel, un farmaco che si usa come profilassi per tutte le persone che sono immunodepresse e che a causa di questo hanno risposto poco alla vaccinazione. Penso agli oncoematologici, ai trapiantati, a chi fa la terapia immunosoppressiva. Questo farmaco funziona molto bene come prevenzione. Basta un’iniezione e il paziente per sei mesi ha un’ottima copertura contro l’acquisizione dell’infezione”. Quindi Andrea Gori ha ribadito: “Gli strumenti che abbiamo funzionano: monoclonali, antivirali e vaccini. Questo fa sì che, nonostante l’incremento del numero degli infetti, non ci siano tanti casi particolarmente gravi”.