Andrea Iannone, ospite a Verissimo, torna a parlare della squalifica dalla MotoGp che scadrà a fine 2023. Ripercorre allora i primi momenti di quella notizia: “Mi sono sentito molto male, ho sofferto inevitabilmente questo periodo. È difficile da raccontare, però sono uno che reagisce abbastanza velocemente e cerca motivazioni ogni giorno, da qualsiasi cosa. Ho iniziato a pensare che essendo una cosa così assurda probabilmente poteva accadere qualcosa di peggio, perciò va bene così.” In attesa della fine della squalifica, Iannone continua a salire sulla sua moto: “Non ho mai smesso di allenarmi, in moto vado quanto posso ma è un po’ complesso perché non ho la licenza da pilota, che riavrò tra due anni. Quando si può fare con la patente di guida lo faccio”. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Andrea Iannone e la squalifica dalla MotoGp

Mi manca la velocità, quello che mi dà la MotoGP non lo trovo da nessuna parte”: è questo uno dei passaggi chiave dell’intervista concessa da Andrea Iannone a Silvia Toffanin. Ospite di “Verissimo”, l’ex centauro è tornato sulla squalifica per doping che di fatto ha troncato la sua carriera, ammettendo di aver “elaborato e capito tutto prima dell’esito della sentenza”. E alla domanda se creda ancora nella giustizia sportiva, il motociclista diventato negli ultimi mesi un personaggio televisivo risponde in modo evasivo, spiegando di aver fatto controlli per 16 anni e risultando negativo a qualsiasi tipo di sostanza.



“E’ stato riconosciuto che non ho assunto alcuna sostanza volontariamente, ma semplicemente mangiando un pezzo di carne al ristorante, ma non è bastato” dice sconsolato, pur aggiungendo di aver reagito velocemente al dolore e alla delusione, accettando con filosofia ciò che gli avrebbe riservato il futuro e sottintendendo dunque anche questa sua seconda vita in televisione che lo ha visto partecipare pure in Rai a “Ballando con le stelle”. “E oggi sono qua” chiosa con un sorriso, ammettendo di non essere nemmeno innamorato ma “di stare bene così”.



“La MotoGP mi manca ma non…”

Il 17 dicembre del 2019 arriva per Andrea Iannone la condanna dalla Wada a 4 anni di squalifica. Il motivo? Nelle sue urine è stato trovato un nanogrammo di drostanolone. Quello che per la fondazione creata dal Comitato Olimpico Internazionale è una chiara violazione delle regole anti-doping, per molti esperti potrebbe trattarsi in realtà di una semplice intossicazione alimentare. I fatti risalgono alla post-gara di Sepang in Malesia e la sostanza finita nel mirino dell’Agenzia mondiale anti dopaggio, è una piccolissima quantità di uno steroide, che ingrossa i muscoli.

La vicenda ha ovviamente scosso il pilota dell’Aprilia che fin da subito ha urlato la sua innocenza. Essere improvvisamente fermato e tolto dai circuiti è per Iannone, una violenza insopportabile che lo fa soffrire senza speranza di consolazione: “La moto mi manca ogni giorno, non mi lasciano più fare quello che sapevo fare meglio. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota. Ma senza correre. Mi manca ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché altrimenti mi uccido o impazzisco completamente.” Ha dichiarato al quotidiano spagnolo As.

Andrea Iannone per quanti anni è stato squalificato?

L’ex di Belen Rodriguez e Giulia De Lellis, che negli ultimi tempi ha fatto parlare di sé, più per le sue vicende sentimentali, che per le sue performance negli autodromi, ha lottato per far valere la sua verità, ma alla data del 17 dicembre, se ne è aggiunta poco dopo un’altra, altrettanto difficile da dimenticare e da digerire. Il 10 novembre del 2020 il TAS fa sapere ad Andrea Iannone che la tesi, sulla quale ha eretto la sua difesa contro l’accusa di doping, non regge. I 4 anni di squalifica gli cadono quindi addosso. E pesano come un macigno.

Iannone, che si è subito dimostrato incredulo sulla faccenda, perché tale sostanza, “ti rende meno agile e più pesante”, come lui stesso ha fatto sapere, ha sempre sostenuto di aver mangiato un cibo contaminato e di aver ingerito senza saperlo il nanogrammo di drostanolone. Il fatto che l’anabolizzante in questione, non sia proprio un vantaggio per chi cerca l’agilità, che dovrebbe invece interessare ad un pilota di moto, ha sollevato parecchie discussioni. Ci sono diversi studiosi che si sono schierati dalla parte del pilota abruzzese, ma che purtroppo non hanno potuto fare nulla per riportarlo in pista.

L’esperto che difende Andrea Iannone: “ha pagato le conseguenze di una situazione politica molto discutibile”

C’è chi è convinto che Andrea Iannone sia semplicemente incappato in una storia fatta probabilmente di equivoci. “Andrea Iannone ha pagato le conseguenze di una situazione politica molto discutibile.” Ha riferito a Le Iene Pascal Kintz, uno dei luminari mondiali di tossicologia più influenti, nonché difensore affiatato dell’antidoping. Il quale ha aggiunto: “La Wada ha davvero fatto forti pressioni per chiedere il massimo della pena a Iannone. In certe vicende la Wada dà prova di malafede applicando il codice senza tenere conto delle altre possibilità, questo non le interessa.”

Ad avvalorare la difesa del pilota, anche se non è servita per cancellare la squalifica, è il test del capello, brillantemente superato, perché risultato totalmente negativo. L’esito dell’’esame conferma che il pilota non ha assunto nessuna sostanza dopante nei mesi precedenti. Tuttavia per la Wada questo dettaglio non serve, perché non escluderebbe che Iannone avrebbe preso la sostanza una sola volta, per curarsi da un infortunio capitatogli durante le prove a San Marino.