Andrea Iannone si esibirà questa sera, sabato 30 ottobre, a Ballando con le stelle. L’ex pilota di MotoGp, fermo per una squalifica dell’antidoping fino al dicembre del 2023, quindi ancora per altri due anni, ha accolto la chiamata del talent show di Rai Uno diretto da Milly Carlucci, esibendosi al fianco di Lucrezia Lando. «Più difficile ballare o piegare a 250 all’ora? È molto più difficile ballare – svela oggi Andrea Iannone parlando ai microfoni del Corriere della Sera – non sapevo muovere un passo, ed è questa la sfida con pochi giorni per prepararsi. La velocità invece ce l’ho nel sangue. Insegnare ad andare in moto a Lucrezia? Passiamo così tanto tempo insieme per le prove che dopo non credo che nessuno dei due abbia voglia di incontrarsi ancora. Forse dopo quest’esperienza non vorrà vedermi per almeno sei mesi. Ha una pazienza infinita a spiegarmi cose che per lei sono basilari e che io invece non capisco. Forse non sarò il suo primo e neanche il suo ultimo allievo, ma io ero e resto un pilota».
Il pilota sta soffrendo per una sentenzache lo stesso ritiene ingiusta, e l’ex di Ducati, Suzuki e Aprilia, afferma: «Alla fine sono tornato in pista, da ballo, ma sempre una pista è. Pronto a un altro giro. Ma sto male dentro a non potere correre in moto e non mi passa. Quello che è successo non se ne va, mi sono rassegnato – prosegue esternando tutta la sua amarezza dopo la positività al drostanolone, uno steroide (la tesi della contaminazione alimentare è stata riconosciuta dai tribunali sportivi ma non è bastato ndr) – soffro sempre, porto dentro un nervosismo che non sapevo di avere. Più faccio cose nuove e anziché star meglio sto peggio. Le moto mi mancano ogni giorno di più».
ANDREA IANNONE: “QUANDO LA SQUALIFICA SARA’ FINITA TORNERO’ IN MOTO”
E quando la squalifica sarà terminata cosa farà Iannone? «Tornerò alla mia vita, da pilota. Altrimenti avrei già messo in piedi altre attività, una scuola per esempio. Più passa il tempo e più cresce il desiderio di rimettermi in gioco. Voglio lasciarmi aperta la porta del ritorno. A 34 anni? Sì, per me c’è solo quel ritorno. Possono cambiare tante cose, ma ora la vedo così. Non ho mai smesso di allenarmi, almeno due volte al mese giro in moto». E alla domanda del giornalista di via Solferino se si sente o meno una vittima, il pilota risponde: «Non si può cambiare niente, ed è inutile parlarne. Provo solo dolore, non avevo nulla da nascondere e non mi sono mai sottratto ad alcun esame. Sono a posto con la coscienza».
ANDREA IANNONE: “VALENTINO ROSSI EROE DELLA MIA GENERAZIONE”
L’intervista si è quindi sposta su temi prettamente motoristici, a cominciare dai colleghi che sente ancora della MotoGp: «Paolo Campinoti (patron della Pramac ndr), lo considero uno di famiglia. Ed ex compagni di squadra». Il suo ricordo sulla Ducati, lui che è stato il primo pilota a riportare la prestigiosa casa bolognese di nuovo alla vittoria nel 2016: «La Ducati mi è rimasta dentro. Il primo strappo al cuore l’ho subito quando sono andato via, il secondo con la squalifica. Sono le due cose che mi hanno fatto più male nella vita. In Ducati sono stati gli anni più belli». Andrea Iannone afferma di riuscire a ‘intravedere’ le gare in tv: «Le vedo e divento nervoso. Riaprono una ferita che probabilmente non si rimarginerà mai». Infine, sull’addio di Valentino Rossi, il pilota di Vasto commenta: «È l’eroe della mia generazione, ha ispirato tutti: sognavamo di diventare come lui. La MotoGp senza Vale non sarà mai più la stessa, nessuno cancellerà la sua storia leggendaria, è scritta sulle pietre».