È Andrea Mirò la donna nota alle cronache come ‘fidanzata’ di Enrico Ruggeri nonché sua storica collaboratrice sin dagli anni Novanta. Per lui è stata musicista, autrice e direttrice d’orchestra, e – nel 2003 – ci ha anche duettato sul prestigioso palco di Sanremo. L’esperienza artistica che ricorda con più gratitudine è però quella da ‘maestra’ al Festival del 2002: “È stata la mia prima esperienza di direzione a Sanremo, con una canzone di cui ero coautrice e arrangiatrice, e una delle poche donne con la bacchetta in mano, in quel frangente, il che non è un particolare irrilevante: l’Italia ha una storia culturalmente pregna di maschilismo, specie in determinati settori, ed avere autorevolezza non è scontato. Però il palco è un luogo in cui non si può barare, non ti puoi nascondere, ti esponi punto. A me piace molto dirigere nel pop e nel rock, mi entusiasma e mi carica a mille, ed ogni volta che sono stata a dirigere sul palco dell’Ariston mi sono sempre divertita”. Lo racconta in un’intervista del 2019 a Onda Musicale, in cui – con Carlo Zannetti – ripercorre in poche battute tutta la sua carriera.



Andrea Mirò racconta il suo percorso artistico

Così Andrea Mirò inizia a parlare della sua passione per la musica, un “modo per esprimersi” che l’ha caratterizzata fin da quando era piccola: “Nella mia immaginazione ha sempre contenuto tutto ciò che mi piaceva fare e che mi emozionava (…)”, racconta, tutto ciò con la complicità di una famiglia che l’ha sempre incoraggiata a percorrere questa strada. In casa sua si ascoltava ogni genere di musica, e la Mirò è stata evidentemente favorita nel coltivare le sue attitudini. “Si ascoltava di tutto a casa: jazz, lirica, classica, prog, pop, rock, cantautorato, etnica…”, spiega, “giravano i vinili e le cassette dai genitori, da amici, dai fratelli più grandi, quindi ho avuto tra le mani da subito musica degli anni ’50 ’60 ’70”.



Il rapporto tra Enrico Ruggeri e Andrea Mirò

Motivo di ulteriore crescita per Andrea Mirò, il suo lavoro al fianco di artisti del calibro di Lucio Dalla e – soprattutto – Enrico Ruggeri, di cui non parla come fidanzato, ma – com’è giusto che sia, in questo contesto – come semplice persona che l’ha ispirata: “Respirare ciò che altri hanno già realizzato meravigliosamente e compiutamente con successo prima di te ti regala l’entusiasmo e le informazioni necessarie a battagliare in questo mondo – non propriamente facile – per metterti in luce e farti ascoltare”, fa sapere Andrea. “Non sono una che sgomita, non è nel mio carattere, e si evince dalle scelte che ho fatto nel lavoro e nella vita: quello che mi interessa da sempre è vivere di questo mestiere facendo ciò che esprima la mia cifra musicale e finché potrò farlo sarò una persona felice. In 30 anni ho visto cambiare il panorama musicale, le regole di mercato, le dinamiche ed i supporti di fruizione, i media, la crisi dell’industria discografica… nonostante tutto, questo è ancora un gran bel lavoro, se hai qualcosa da dire e da dare”.

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